Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Comunale, Kovatchev offre un grintoso «Egmont»

Fonte: La Nuova Sardegna
31 marzo 2011

Successo del direttore bulgaro. E domani dirige il giovane Salvatore Percacciolo




GABRIELE BALLOI

CAGLIARI. Dopo settimane di protesta “in borghese”, i maestri del Lirico sono tornati a esibirsi con abito da concerto. Se questo però sia davvero un segno di ripresa, solo il tempo potrà dirlo. Intanto al Comunale è salito nei giorni scorsi sul podio Julian Kovatchev.
Bacchetta ormai nota al pubblico cagliaritano - dapprima violinista, per cinque anni (1975-80) nelle file dei Berliner Philharmoniker e poi direttore d’orchestra, allievo addirittura di Herbert von Karajan - Kovatchev esordiva in concerto con «Aurora nel mare» op.42 di Lucio Garau. Nel titolo un’allusione autobiografica: difatti Aurora è la figlia del compositore che, a tre mesi di vita, fa il suo primo bagno nel mare fra le braccia paterne. È il giugno 2003 e Garau, su richiesta di Daniele Agiman e dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo, si accinge a confezionare una nuova partitura.
Fra modernità e tradizione, vi si citano Debussy, Schönberg e Varèse, cosicché vien fuori una pagina di funamboliche dissonanze, tra armonie vacillanti, improvvise aperture a un melodiare giocoso, volutamente infantile, con alcuni tipici moduli della musica sarda, desunti, in tal caso, dal repertorio delle launeddas.
Siamo invece agli antipodi con l’op.82 di Brahms. Dal principio della vita passiamo alla fine, visto che «Nänie» trae le parole da Schiller, ispiratosi ai canti funebri delle “noeniae” latine, e scelto da Brahms in memoria d’un amico scomparso, il pittore Anselm Feuerbach.
Discreta interpretazione quella del coro preparato da Fulvio Fogliazza, nobile e crepuscolare la lettura che ne realizza Kovatchev.È però dall’ouverture «Egmont» di Beethoven che il direttore bulgaro ricava il risultato più alto: suono orchestrale sovranamente caldo e pieno, fraseggio grintoso, metrica incalzante, curati ed efficacissimi i passaggi in “crescendo”.
Al contrario, nell’Ottava Sinfonia di Schubert, la celeberrima «Incompiuta», stacca dei tempi alquanto dilatati quasi degni di un Celibidache, usa contrasti dinamici assai marcati, creando così un senso di allucinata drammaticità.
Riflettori puntati intanto sul diciannovesimo appuntamento, domani 1 aprile alle ore 20,30 al Comunale - in replica l’indomani, sabato alle ore 19 sulla presenza del giovane direttore siciliano Salvatore Percacciolo che torna alla guida dell’Orchestra del Teatro Lirico, dopo le serate dedicate ai 150 anni dell’Unità d’Italia.
Percacciolo ha diretto tra le altre la Sinfonica di Sanremo e la Camerata Strumentale di Prato.
In scaletta nelle due serate al Comunale, inserite nel programma dell’undicesima edizione del Festival di Sant’Efisio del Teatro Lirico prevede l’esecuzione della Sinfonia n.36 in do maggiore «Linz» K. 425 di Wolfgang Amedeus Mozart e la Sinfonia n.1 in sol minore «Sogni d’inverno» op.13 di Petr Ilic Cajkovskij.