Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Referendum per le circoscrizioni

Fonte: La Nuova Sardegna
31 marzo 2011

Gianfranco Carboni: raccoglierò le firme, Pd disattento, non mi candido




ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Gianfranco Carboni si farà promotore di una raccolta di firme per il referendum di ripristino delle circoscrizioni. «In questo modo - ha affermato ieri il presidente Pd del parlamentino del centro storico durante la conferenza stampa di fine consiliatura - avremo che Sassari per altri quattro anni avrà questo strumento di partecipazione, mentre Cagliari no». Per Carboni la Regione non è stata in grado di fare una legge adeguata per salvare questi «importanti strumenti di democrazia, nè sono riusciti a fare qualche cosa i consiglieri regionali provenienti dal capoluogo». Insomma «sembra proprio che nessuno conosca la nostra città, dove vi sono realtà completamente diverse l’una dall’altra e dove i consiglieri circoscrizionali hanno sempre svolto la funzione di raccordo tra il Comune e i cittadini».
L’obiezione d’obbligo è che i parlamentini di rione sono stati eliminati dalla Finanziaria nazionale nelle città al di sotto dei 250mila abitanti: per risparmiare. «Beh, da noi le circoscrizioni costano quasi niente - precisa Carboni - i consiglieri prendono pochissimo, cento euro al massimo al mese. Anzi dopo il pasticcio amministrativo fatto dal Comune un anno fa (in precedenza prendevano venti euro a seduta), in molti hanno dovuto rendere i soldi. Ora l’unica spesa per l’amministrazione è quella che viene data a me: 119 euro netti al mese...».
Carboni difende a spada tratta le circoscrizioni: «Noi del centro storico abbiamo tenuto circa 550 sedute e promosso tantissime iniziative, soprattutto culturali: per i giovani e gli anziani. Abbiamo dato vita ai “Sapori e saperi”, al ludopark e, tra le altre cose, distribuito anche cinque libri di autori cagliaritani agli studenti». Poi ci sono gli interventi politici, «come aver promosso la pedonalizzazione: un passo importante per tutti». E le critiche: «Noi viviamo in una città a misura d’uomo. Parliamo di città turistica, ma non riusciamo a fare sì che questo diventi realtà. Dai commercianti all’amministrazione municipale, nessuno fa la sua parte».
Infine le stoccata al suo Pd. «Certamente io voterò Zedda». E questo lascia a intendere che nel Pd vi sarà qualcuno che non lo fa. Ma Carboni si candiderà? «Nessuno me l’ha chiesto», risponde. Il presidente del centro storico ha spedito, però, una lettera al Pd in cui lamenta la filosofia che sta dietro il modo con cui i dirigenti stanno componendo la lista per le comunali: prima la società civile e poi gli altri. «Ma perchè, noi non siamo civili?», domanda. Insomma: «Se si vuole fare una lista adeguata, bisogna realizzarla in modo tale che chi ha lavorato e ci ha messo la faccia, possa ancora impegnarsi in prima persona». Carboni non lo dice, ma se non si segue l’ordine alfabetico, non accetta di essere messo in secondo piano. E quindi non si candida. «La realtà è che anche il partito non ha colto l’importanza delle circoscrizioni», afferma. Mentre l’amministrazione comunale ci ha lasciati soli. E così capita, come una settimana fa in via Università e in via Cammino Nuovo che una decina di auto siano state danneggiate con una serie di scritte». Il problema è che non c’è una politica «per il centro storico, questa è la realtà».