Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I giovani nei media:non esiste la normalità

Fonte: L'Unione Sarda
30 marzo 2011

SOCIETÀ. Cagliari, prospettive fra giornali e internet in un forum organizzato da Arcoes al centro Area 3

Difetti e diffidenze, gli adolescenti si raccontano
grazie al progetto nazionale “Teen Press”
Vedi la foto «Durante uno studio sulla presenza dei giovani nei media è emerso che si parla nei giornali e nelle televisioni della categoria solo in termini drammatici o patologici, mentre la normalità della stragrande maggioranza dei giovani viene lasciata fuori». I ragazzi, insomma, finiscono nel racconto dei media soprattutto per fatti di cronaca che tendono a creare allarme e preoccupazione nei loro confronti: bullismo, “branco”, baby gang, alcolismo, droga, suicidi, finendo col dare una rappresentazione deformata dell'adolescenza, lontana dalla vita quotidiana della maggior parte dei ragazzi che vanno a scuola, studiano con maggiore o minore profitto, escono, si divertono senza necessariamente abusare di alcol o droghe, fanno sport o mille altre cose, sono curiosi verso la vita e iniziano a porsi le domande sul loro futuro.
Quella considerazione - espressa dal sociologo Stefano Laffi durante il forum “I media e i giovani”, tenutosi ieri mattina al centro comunale Area 3 di Cagliari per una iniziativa organizzata dall'associazione Arcoes - è stata alla base della creazione, circa un anno, di una serie di redazioni giornalistiche dedicate ai ragazzi che ha preso il nome di “Teen Press”.
L'IDEA Il progetto è strutturato come una redazione giornalistica: una redazione centrale che fa capo a Firenze, dove è nata l'iniziativa, e altre quattro redazioni “locali” (Cagliari, Milano, Roma, Palermo) che si tengono in contatto via Skype decidendo su quali servizi lavorare. I lavori video - realizzati con le riprese e i montaggi degli stessi ragazzi - vengono pubblicati sul blog del progetto (teenpress.minori.it) e raccontano, ad esempio, come passano il tempo i giovani, le cose belle, brutte e “straordinarie” di Cagliari, la campagna elettorale delle scorse elezioni provinciali.
«Volevamo che fossero i ragazzi stessi a raccontarsi e a raccontare il mondo che li circonda attraverso i loro occhi», ha proseguito Laffi, «in modo che questo progetto, partendo da cinque redazioni, diventasse un virus che poi si spargesse per tutta l'Italia e provasse a ribaltare quell'immagine stereotipata che troppo spesso abbiamo sotto i nostri occhi». I cinque ragazzi (tra i 15 e i 18 anni) della redazione cagliaritana hanno mostrato due dei video realizzati per il progetto: quello sulla loro percezione di Cagliari e uno in cui raccontano la loro esperienza all'interno di “Teen Press”.
Media e giovani, quindi. Un rapporto che si può analizzare anche nel modo in cui i giovani si approcciano ai media. E se è scontato che la carta stampata, allo stato attuale, non goda del maggior favore dei ragazzi - prevale la televisione, certo, ma ancor di più internet - è scontato anche che un certo modo di raccontare la realtà della vita in Italia li lascia distanti, se non ostili (in particolare in relazione alla politica).
IN CLASSE Durante il forum il professor Antonio Fenu dell'istituto Pertini ha parlato del progetto di lettura dei giornali in classe, una attività che prevede la lettura e il commento degli articoli dei giornali e che rappresenta un primo tentativo di avvicinare i ragazzi ai quotidiani. Tre studenti hanno sottolineato che vorrebbero che i giornali si esprimessero con un linguaggio più semplice, con articoli più brevi e una grafica più allegra (più foto e immagini).
È seguito l'intervento del presidente dell'Ordine dei giornalisti Filippo Peretti, che ha sostenuto l'importanza dei nuovi media provando però a difendere le prerogative della carta stampata: «Oggi i giovani sono più fortunati perché hanno a disposizione mezzi di comunicazione straordinari e le nuove tecnologie sono una opportunità enorme», ha dichiarato, «ma la carta stampata è ancora oggi uno strumento più strutturato e organizzato a fornire informazione rispetto ai nuovi media. Bisogna sviluppare senso critico anche nei confronti della rete, uno strumento che consente al mondo di essere informato come mai prima nella storia ma che contiene di tutto, anche informazioni false. Il rischio che corriamo in futuro, qualora i giornali sparissero, è quella di non avere più la certezza di una informazione elaborata e certificata».
ANDREA TRAMONTE