Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cagliaritani incantati da Palazzo Boyl

Fonte: L'Unione Sarda
28 marzo 2011

CASTELLO. Aperto per la giornata nazionale del Fai, è stato visitato da 5000 persone

Tra le rarità l'edizione originale dell'Encyclopédie illuminista

È uno dei simboli della città ma raramente è stato possibile vederlo. Anche per questo ieri oltre cinquemila persone hanno fatto la fila per entrare a Palazzo Boyl, lo storico edificio tra il bastione di Santa Caterina e il Teatro civico di Castello, che gli attuali proprietari, i conti Tomassini Barbarossa, hanno straordinariamente aperto al pubblico in occasione della XIX Giornata di primavera organizzata dal Fondo per l'ambiente italiano.
FOLLA La folla era talmente tanta che si è formato un lungo serpentone umano, che ha cinto il perimetro della terrazza Umberto I. Non solo, gli organizzatori sono stati costretti agli straordinari: la chiusura di due ore per la pausa pranzo è saltata. Così i circa 50 volontari del Fai e altri 50 dell'Associazione nazionale carabinieri, associazione degli alpini e protezione civile, hanno lavorato dalle 9 alle 18.
PALAZZO Per visitare le sale dell'edificio costruito nel 1840, che incorpora la torre pisana del Duecento progettata da Giovanni Capula, bisogna salire fino al terzo piano. All'ingresso si viene accolti da Antonia Iaccarino, sorridente volontaria del Fai, che illustra le tele appese nell'anticamera. I gruppi dei visitatori vengono “passati” come un testimone tra i volontari, documentatissimi su ogni tesoro custodito nelle stanze che si affacciano sul Golfo di Cagliari.
L'ENCICLOPEDIA Tra le opere che hanno riscosso maggior successo c'è l'edizione originale dell' Encyclopédie illuminista di Diderot e D'Alembert, una delle poche completa di tutti i volumi. Ma in realtà sono tutti gli appartamenti un'enciclopedia di arredi e opere dell'800 e non solo. Come un confessionale del '500 riadattato a credenza o le pregevoli tele del Guercino e di Lorenzo Lotto.
GLI OSPITI C'è chi non era a conoscenza che quel palazzo affacciato sul Bastione fosse uno scrigno che contiene così tanti tesori e chi, invece, ne era consapevole. Come Claudia Campagnolo, che ha catturato con gli occhi ogni singolo particolare in mostra. «Me l'aspettavo così», afferma la ragazza, «bisognava cogliere l'occasione unica, perché è difficilmente visitabile». E infatti la domanda ricorrente tra gli “ospiti” dei conti è stata: «Come mai non lo aprono tutto l'anno?». Antoncarlo Tomassini Barbarossa, dopo la spiegazione della “Stanza dei bozzetti”, che custodisce 68 disegni tra cui alcuni di Guido Reni, risponde: «Costa fatica organizzare la visita». Peccato, perché tanti cagliaritani, e sicuramente anche tanti turisti, apprezzerebbero.
MARIO GOTTARDI