Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Legambiente: «Subito il parco»

Fonte: La Nuova Sardegna
22 marzo 2011



Per il soprintendente Minoja la responsabilità è di Comune e Regione



Tiana: «Questa vicenda è un caso nazionale e sarà oggetto di iniziative e proposte incisive in Parlamento»

CAGLIARI. Il governo deve intervenire per tutelare, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, l’area di Tuvixeddu, e il Consiglio Regionale, da parte sua dopo aver votato all’unanimità una mozione di tutela del sito, può varare una legge che istituisca il parco archeologico nella zona. «I tempi sono maturi - ha detto il presidente di Legambiente Sardegna Vincenzo Tiana - per superare il groviglio giudiziario che ha caratterizzato questa storia».
In una conferenza stampa i vertici dell’associazione con la vicepresidente della Provincia Angela Quaquero e il senatore Pd Roberto della Seta, hanno voluto ribadire come la sentenza 1366 del Consiglio di Stato, che capovolge il giudizio del Tar, fornisca tutti gli elementi per tutelare il sito archeologico, sede riconosciuta della maggior necropoli punica sin qui scoperta.
«La questione Tuvixeddu è un caso nazionale e servirà a dimostrare la capacità della pubblica amministrazione nel sapere tutelare i beni culturali. La sentenza dei giudici di Palazzo Spada ha dimostrato che il codice Urbani - ha detto Vincenzo Tiana, presidente regionale di Legambiente - è lo spartiacque per ogni futuro intervento. Il prossimo 9 aprile per la settimana nazionale della cultura proporremo iniziative di sensibilizzazione sull’area, e chiederemo da subito un confronto pubblico ai due candidati sindaco».
Anche la vicepresidente della Provincia, nella cui sala consiliare si è svolta la conferenza stampa, ha voluto ricordare l’importanza dell’ultima decisiva sentenza, «ma non dobbiamo ricadere nell’errore che spesso ci viene addebitato, che interpreta la salvaguardia come un congelamento dell’esistente».
L’intervento del legale di Legambiente, Andreozzi, ha evidenziato l’impatto delle ultime due sentenze del massimo organo della giustizia amministrativa. «Il vincolo può essere messo anche attraverso il Piano paesaggistico regionale, e la regolamentazione definitiva dell’area non può che essere rinviata a una intesa tra Comune e Regione. Secondo noi questo dispositivo vieta qualunque edificazione; il quadro normativo è talmente mutato che riferirsi ad autorizzazioni vecchie e del passato non è possibile. Come ha ricordato anche la sentenza del Tar a noi sfavorevole, trascorso un certo numero di anni, cinque, bisogna rifare tutte le valutazioni. Questa istruttoria, naturalmente, va fatta alla luce delle norme vigenti adesso, comprese quelle fatte rivivere dal Consiglio di Stato, che ha considerato valide le norme di salvaguardia del Ppr». Anche il soprintendente ai beni archeologici Marco Minoja in una lettera inviata allo stesso Tiana, riprende parte di questi concetti, plaudendo alla decisione del Consiglio di Stato. «Credo che la sentenza restituisca piena responsabilità agli strumenti della pianificazione territoriale».
A parere di Legambiente è auspicabile che la Regione recepisca quanto disposto dall’ultima sentenza «e sottoponga il progetto previsto ad una adeguata verifica di compatibilità paesistico ambientale, nonché alla Valutazione Ambientale Strategica nell’ambito del PPR. Abbiamo chiesto alla Regione - precisa Tiana - sulla base della legge urbanistica vigente di sospendere i lavori in corso che possano precostituire le future scelte».
Insieme all’appello alla giunta Cappellacci gli ambientalisti rivolgono un invito anche al Comune. «Non al sindaco in carica, perché è a fine mandato, ma a coloro che si candidano a raccoglierne l’eredità: adeguino il Piano Urbanistico al PPR prima possibile».
Anche il consigliere regionale di Sel, Luciano Uras ha chiesto che il Consiglio Regionale rompa gli indugi e inserisca subito Tuvixeddu tra le priorità da affrontare. «Il colle non è proprietà privata, non appartiene al Comune di Cagliari, ma a tutti i sardi, la necropoli non è patrimonio esclusivo di pochi. Un anno fa il Consiglio ha votato un atto che impegnava la Giunta a predisporre, d’intesa con l’Assemblea, un progetto di legge per l’acquisizione al patrimonio pubblico, anche con il concorso finanziario dello Stato e nelle forme più convenienti all’interesse pubblico. Chiederò - conclude Uras - una audizione alla Commissione Urbanistica per un attento riesame del complesso di tutta la questione e avviare le idonee procedure per istituire il Parco archeologico».(g.cen.)

 

MONTECITORIO

Fli prepara una mozione




CAGLIARI. Il deputato di Fli Fabio Granata aveva assicurato la sua presenza all’iniziativa di Legambiente, ma i disguidi dovuti ai collegamenti tra la Sicilia e il resto del paese, hanno impedito l’arrivo del parlamentare. In una nota Granata conferma comunque il «pieno sostegno ad ogni «iniziativa politica e parlamentare rivolta alla tutela e alla salvaguardia di Tuvixeddu, tassello importantissimo del nostro patrimonio culturale e simbolo di una fondamentale battaglia di civiltà contro chi antepone interessi economici privati alla memoria storia e paesaggistica della Sardegna. La sentenza rappresenta una vittoria della buona politica. La necropoli non poteva essere mortificata e devastata dal cemento e dagli interessi economici».

 

La replica alla diffida

Il senatore Pd Roberto Della Seta definisce bizzarro l’ammonimento di Coimpresa




CAGLIARI. La diffida della Nuova Iniziative Coimpresa, che rivolgendosi a Legambiente ha ammonito a non «diffondere pubblicamente messaggi falsi e tendenziosi in relazione alla presunta incidenza» del verdetto del Consiglio di Stato, ha provocato la reazione del senatore Pd Roberto della Seta, che ha definito «bizzarra», la nota del privato.
«Oggi siamo nella concreta possibilità di ottenere il risultato voluto e auspicato da tanti anni, e il fatto che il risultato sia così vicino spiega anche il nervosismo del privato, protagonista di una bizzarra nota. Mi sembra che quell’invito nasconda un messaggio trasversale - sorride - non tanto rivolto a noi quanto agli organismi pubblici incaricati di decidere, quasi diffidandoli dall’interpretare in maniera autentica la sentenza del Consiglio di Stato. Per quanto ci riguarda quelle parole sono irricevibili, ed è ridicolo pensare che possano crearci imbarazzo o farci recedere da una battaglia politica e giuridica alla luce del sole e per quanto ci riguarda correttissima. Non faremo un passo indietro rispetto al nostro impegno e nei prossimi giorni presenteremo una mozione in entrambi i rami del Parlamento nella quale chiederemo al Governo di impegnarsi a dar seguito ai diversi pronunciamenti per salvaguardare l’area. Mi auguro che uno dei primi atti del nuovo ministro della Cultura sia quello di scrivere una parola pesante e decisiva rispetto alla possibilità di salvare il colle dal cemento».
Anche l’avvocato Giuseppe Andreozzi, che ha tutelato l’associazione nei diversi gradi di giudizio, non si dimostra turbato dalla diffida. «Mi sembra un chiaro segnale di nervosismo, e sono convinto che gli stessi legali di Nuova Iniziative Coimpresa sapranno spiegare ai loro clienti la differenza tra diffamazione e il costituzionale esercizio dell’espressione della libera opinione».(g.cen.)