Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Vita in un camper: «Chiediamo aiuto al Comune»

Fonte: L'Unione Sarda
14 agosto 2008

Il caso. Coppia in via Fara 


Vivono in un furgone parcheggiato in via Fara da più di sei mesi. Attorno a loro spazzatura, topi e carcasse di macchine abbandonate. Da tempo, raccontano «gli assistenti sociali del Comune ci hanno promesso una mano d'aiuto, ma ancora niente». Il dirigente delle Politiche sociali, Ada Lai, replica: «Noi aiutiamo tutti, ma non chiedeteci soldi».
È un caldo esasperante quello che si respira sotto il tetto della loro abitazione improvvisata. «Durante il giorno il furgone diventa un forno, ma è il nostro alloggio - racconta Clementina Spalma, 37 anni, sposata con Danilo Corrias, di 34 - viviamo circondati dall'immondizia, asfissiati da una puzza terrificante e circondati da topi. Per due volte mi hanno morso e sono finita in ospedale».
Tutto è cominciato dopo uno sfratto a Capoterra. «Vivevamo in un appartamento, poi abbiamo dovuto abbandonarlo perché non potevamo permettercelo. Mio marito ha una pensione di invalidità civile di 250 euro al mese e non ha lavoro. Nemmeno io: non riusciamo a trovare un impiego». Disagi anche in famiglia. «Mio marito è orfano di entrambi i genitori. I miei, invece, non sono in grado di aiutarci perché anche loro non hanno denaro».
A disposizione un solo pasto a giornata. «Andiamo dalle suore tutti i giorni alle 17,30 per mangiare qualcosa, ma niente di più». Per questo hanno chiesto aiuto. «Siamo disperati e non sappiamo come andare avanti. Abbiamo chiesto aiuto al Comune: ci ha promesso tante cose ma ancora non abbiamo visto niente. Siamo andati anche al Sert, perché Danilo lì prima prendeva il metadone. Ma anche loro non possono fare nulla. Da poco abbiamo chiamato i vigili urbani per certificare in che situazione viviamo».
Dal Comune, però, la risposta è chiara. «Siamo pronti ad attivare per chiunque un percorso di recupero - chiarisce Ada Lai, dirigente alle Politiche sociali - il nostro compito è affidare chi ha bisogno alle cure di assistenti sociali. Ne abbiamo tantissimi a disposizione. Siamo disposti anche a pagare l'affitto di un'abitazione. I soldi ci sono. Ma non li eroghiamo a fondo perduto alle persone. Il nostro aiuto non consiste nell'offrire denaro. Abbiamo tanti servizi. Per essere seguite, le persone devono per prima cosa dimostrare di voler affrontare un cammino di riabilitazione sociale».
STEFANO CORTIS

14/08/2008