Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Poetto, il disastro delle mareggiate

Fonte: L'Unione Sarda
18 marzo 2011


Il naturalista Paolo Usai spiega le trasformazioni della spiaggia invasa dall'acqua

Via le piante che favoriscono le dune, arrivano le zanzare

Scompaiono le piante che favoriscono la formazione delle dune, si moltiplicano le zanzare. Le mareggiate che, in questi giorni, si sono abbattute sul litorale del Poetto non hanno avuto soltanto un effetto spettacolare. Hanno, in qualche modo, cambiato l'aspetto naturalistico della spiaggia. Paolo Usai, naturalista e divulgatore scientifico, racconta come queste modificazioni avvengono. «Le mareggiate», esordisce, «rappresentano sempre un elemento distruttivo perché portano via dalle spiagge un sacco di materiale».
L'UOMO Le mareggiate, ovviamente, rientrano tra gli eventi naturali sui quali non si può intervenire. È l'intervento dell'uomo a rendere ancora più gravi i danni. Nel caso del Poetto, per esempio, il ripascimento è stato deleterio. Ma il deturpamento non è certo iniziato in quel disgraziato inverno del 2002. «Nel Dopoguerra», riprende Usai, «la sabbia venne usata per la ricostruzione della città. E, da quello che mi raccontano, fu anche venduta ai francesi per realizzare spiagge artificiali». Un litorale costantemente violentato. E i danni proseguono. «Quando vengono effettuate le pulizie», spiega Usai, «vengono tolte anche quelle che sono considerate erbacce. In realtà, sono piante fondamentali nella vegetazione litoranea». Perché, se non venisse interrotto il processo, quelle che sembrano erbacce favorirebbero lo svilupparsi del “sistema dunale”: nel giro di qualche tempo, si insedierebbero anche i ginepri. «Piante che servono a trattenere la sabbia. Non è un caso che, dove ci sono piante, anche adesso si formano piccole dune».
GLI ARRIVI Le mareggiate, si diceva, portano via tanto materiale. E ne fanno anche arrivare. «In particolare, vengono trasportate sulla spiaggia le foglie accartocciate di posidonie». Quelle che i frequentatori del Poetto chiamano “patate di mare”. «Fungono quasi da spugne nel senso che assorbono l'acqua piovana. E su di esse crescono piantine che approfittano di questa inattesa riserva d'acqua».
GLI ANIMALI L'acqua come fonte di vita. Purtroppo anche per animali tutt'altro che graditi. «Dopo le mareggiate si formano stagni nei quali le zanzare possono proliferare». E riescono a farle senza incontrare alcun nemico. «Nelle situazioni normali, questi insetti trovano competitori. Gli anfibi, per esempio. Al Poetto, però, visto che gli stagni spariscono in tempi relativamente veloci, non hanno il tempo di radicarsi». Così, le zanzare possono diffondersi indisturbate. Il problema più grave, però, non è quello relativo agli animali. «Perché loro sono dotati di mobilità. Si spostano dalle zone nelle quali non ci sono condizioni favorevoli. Ma, cambiando le cose, possono anche tornare». Il vero dramma è rappresentato dalle piante. «Una volta che spariscono non possono più tornare. Per ritrovarle, servono eventi assolutamente imprevedibili: un seme, per esempio, che finisce casualmente nel litorale». Quelle piante che servono a trattenere la sabbia, portate via dall'uomo, vengono definitivamente estirpate dalle mareggiate. «Un peccato. Tra l'altro, quando la sabbia finisce in strada, non può essere ributtata in spiaggia. La si perde definitivamente e, per di più, diventa un rifiuto speciale, costoso da smaltire».
MARCELLO COCCO