Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Con la musica di Verdi il Teatro Lirico fa festa al nostro Risorgimento

Fonte: L'Unione Sarda
15 marzo 2011


CONCERTI. Tutti in piedi per Fratelli d'Italia

Il cielo sopra il Teatro Lirico cagliaritano continua ad essere scuro. Coro e orchestra non smettono di ricordarlo e, ancora una volta, scelgono di presentarsi privi degli abiti di scena, chiedendo certezze per il futuro. Ma il concerto di venerdì, seconda delle serate speciali rivolte agli abbonati, è un'occasione particolare, e lo si capisce subito. E allora tutti in piedi ad ascoltare Fratelli d'Italia, con buona parte del pubblico che si unisce al coro per ricordare i 150 anni dell'unità nazionale. In programma quei brani che hanno segnato gli ideali del Risorgimento. A iniziare dalla Sinfonia della Norma del siciliano Vincenzo Bellini, per continuare con la musica di Verdi, emiliano di Roncole di Busseto, che raccolse l'eredità musicale dell'Italia tutta. D'altra parte come dimenticare quel “Viva Verdi” gridato dai loggionisti per inneggiare a Vittorio Emanuele re d'Italia o più propriamente quello spirito nazionale che spinse il vecchio maestro ad accettare l'invito di Cavour a sedere sugli scanni del primo Parlamento unitario?
Da qui un'antologia di brani sinfonici e corali con l'orchestra e il coro diretti da Salvatore Percacciolo che percorrono le tappe del patriottismo verdiano, a partire da Ernani , con “Si ridesti il Leon di Castiglia”, e dai Lombardi alla prima crociata con “O Signore dal tetto natio”. Insomma quei cori che, in tempi di censura, venivano vissuti dal pubblico come incitamento alla lotta contro lo straniero. Opere che hanno segnato gusto e coscienze dell'Italia risorgimentale, alcune rimaste nel repertorio fino ad oggi, altre passate in secondo ordine eppure tutte, dalla Luisa Miller alla Forza del destino , sempre presenti nella coscienza nazionale. Tra un coro e l'altro, l'attenzione si sposta sugli interludi sinfonici, con il loro carico di energia che l'orchestra interpreta nei suoi molti aspetti. Ne legge il messaggio culturale, sposato al gusto melodico italiano, senza dimenticare l'aspetto sinfonico mitteleuropeo che l'orchestra realizza con begli interventi individuali. Come nella sinfonia della Giovanna d'Arco , a partire dal cammeo del flauto, articolato e riflesso nei rimandi con gli altri legni.
Ed è merito del direttore e dell'orchestra quello di non essersi fermati agli aspetti più appariscenti della poetica di Verdi, guardando in profondità, come fa anche il coro nell'affresco mesto del “Patria oppressa”, dal Macbeth . Un concerto antologico proposto in un crescendo di pathos. L'acme è con il Nabucco , opera dell'identificazione nazionale con gli ebrei oppressi. Ecco allora la sinfonia, il coro “Gli arredi sacri”, mentre le ultime note sono del “Va' pensiero”. Prima dell'inno nazionale, col pubblico che intona commosso, ancora una volta tutti in piedi, in un'atmosfera partecipata, che vola alto, oltre ogni stereotipo retorico.
GRECA PIRAS