Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Meglio un bell'edificio che il degrado attuale»

Fonte: L'Unione Sarda
9 marzo 2011

La lettera

«Ho a cuore le sorti del quartiere in cui vivo e condivido l'ansia per il suo prestigio. Ma reputo che il suo decoro sia molto più minato dallo stato in cui versano l'area di via Milano prospicente la Basilica di Bonaria oggetto delle contestazioni, l'area polverosa e invasa disordinatamente dalle auto dietro l'edicola o quei tuguri che danno pietosa mostra di sé poco oltre, in via Milano». Lo sostengono Alfonso e Francesco Annunziata, ingegneri, residenti in via Milano, che prendono posizione a favore dell'edificazione della palazzina a tre piani a cui ieri il Consiglio comunale ha dato il via libera e che un comitato spontaneo osteggia da mesi.
Significa che non tutti i residenti condividono la protesta. «Reputo indecoroso che così vicino ad una delle icone della città, ad un luogo di culto che può forse essere ritenuto il cuore della vita religiosa non solo di Cagliari ma di tutta la Sardegna, meta del pellegrinaggio di Papi e di capi di Stato si assista al penoso spettacolo del degrado evocato da questi esempi di incuria», scrive Francesco Annunziata. «Cagliari e non solo il quartiere, tramite queste aree incolte dà una triste e sciatta immagine di sé. Penso, viceversa, che un edificio, se progettato secondo severi canoni di armonia e di pregio estetico - e noto l'autore del progetto non v'è motivo di dubitarne - non possa che essere un evento positivo, tale da contribuire a sanare questo degrado e donare decoro e decenza a questo così rilevante lembo di città».
«Trovo curioso», aggiunge il docente universitario, «che la voce di persone che dicono di avere a cuore l'aspetto del quartiere si levi solo ora contro la decisione di costruire un edificio e non si sia levata per lamentare il degrado in cui da sempre versa l'area in questione. Trovo pretestuoso», prosegue, «il continuo citare un profilo del colle, uno “Skyline” fatto di villini, che non esiste oramai da decenni, che è stato cancellato dai numerosi edifici di 6 - 7 piani che sorgono lungo la via Milano. Come può un edificio di tre piani alterare il panorama urbano quando questo è già connotato da volumi ben più alti? Qual è il confine tra la doverosa tutela della memoria e un immobilismo causato da una arida retorica?». Poi la polemica finale: «Forse per alcuni questo verde che occupa ed usurpa posti auto è scomodo e sgradito, sintomo forse di un pensiero radicato che più di tutto desidera il posto auto sotto casa».