Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Aree portuali, c’è di nuovo il braccio di ferro

Fonte: La Nuova Sardegna
24 febbraio 2011

Ricorsi contro il decreto che rende demaniali oltre 400 ettari di terre preziose perché attorno alla banchina del terminal container



Domani conferenza di quattro imprenditori con il presidente dell’associazione industriali



La demanializzazione e il futuro per la logistica

ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. Porto canale in ostaggio. La contesa Cacip-Autorità portuale sulle aree attorno allo scalo continua: con altra forma, nuovi mezzi e vecchi sponsor.
Domani quattro operatori portuali, alcuni dei quali hanno comprato aree dal Cacip adesso entrate nella delimitazione definitiva del porto, e il presidente dell’Associazione industriali terranno una conferenza stampa per ragionare sul tema: «La demanializzazione del retro porto del porto canale di Cagliari. Quale futuro per la logistica?». C’è molta attesa per un incontro dove, chi ha investito denaro e coltiva speranze imprenditoriali con attività da avviare nella zona intorno al porto canale, parlerà certo anche di ciò che di fatto è successo: le aree hanno cambiato padrone, le regole sono diverse. Cagliari è stata a lungo un’anomalia nel sistema dei porti italiani: costruito il porto canale, la delimitazione delle aree connesse alle attività portuali e quindi, per legge, ricadenti sotto l’autorità portuale, si è protratta nel tempo, l’ultima è stata fatta solo il 24 giugno 2010 ed è diventata esecutiva il 16 febbraio scorso. Contro il decreto sono stati presentati vari ricorsi: del Cacip, ma anche di alcuni dei partecipanti all’incontro di domani. La questione è piuttosto contorta: alcuni imprenditori hanno comprato le aree dal Cacip prima della delimitazione; ma quando questa è avvenuta per legge avrebbero dovuto perdere la proprietà sulle aree; con alcuni operatori che avevano avviato attività s’era avanzata l’ipotesi di mantenere la possibilità di operare lì attraverso una concessione di 30 anni. Una possibilità speciale, visto che gli oltre 480 ettari di aree ora demaniali entreranno nel bando internazionale che dovrà trovare investitori a Cagliari. Si immaginava di salvare una fettina di terre per chi aveva già preso degli impegni: non la proprietà, si badi, ma una concessione dell’area fuori dal bando internazionale ancora non avviato. (a.s.)

 

La contesa cambia i protagonisti

Stavolta la guerra è tra il demanio e gli operatori privati



I terreni a Giorgino sono importanti per lo scalo portuale

CAGLIARI. Le aree vendute dal Cacip prima della demanializzazione sono importanti per il sistema portuale: sono quelle di Giorgino, nella zona dove sorge l’edificio spesso rifugio di persone senza fissa dimora. Sono sul mare, le prime che le navi container incontrano entrando in porto. Valgono oro, è innegabile. Chi le ha comprate del tutto o ha stipulato già il compromesso di vendita, ovviamente vorrebbe essere riconosciuto proprietario, o futuro proprietario, con tutti i diritti derivati dalla legge. Ma ancora la legge, in un altro settore, stabilisce la demanialità automatica di tutte le aree che ricadono nella delimitazione portuale di competenza della Capitaneria, una volta che questa viene fatta. L’enorme ritardo col quale è stata compiuta questa quarta e ultima delimitazione forse ha qualche responsabilità nella grana scoppiata su una questione che doveva essere piuttosto pacifica.