Avviata ieri in Regione la procedura per la conferenza dei servizi
IL NUOVO STADIO La settimana prossima ulteriore incontro: obiettivo ruspe in azione a Santa Caterina entro maggio
CAGLIARI. Non un passo ma un salto in avanti. Parola di un Massimo Cellino raggiante. A conclusione della breve riunione a Villa Devoto con Regione, Provincia e Comune di Elmas, il patron del Cagliari “vede” il suo stadio. E sogna di mandare le ruspe a Santa Caterina entro maggio, per i lavori di sbancamento. Il resto verrà automaticamente. E sullo sfondo la Uefa.
La riunione preparatoria alla conferenza dei servizi, che avrà una appendice decisiva mercoledì prossimo con un incontro tra tutti i tecnici delle parti, è durata poco più di un’ora. Al tavolo con Cappellacci e l’assessore allo Sport Milia, che avrà la delega a seguire l’iter operativo dell’accordo, l’assessore provinciale Comandini, lo stesso Cellino e il sindaco di Elmas Walter Piscedda. Tutti d’accordo su due punti: lo stadio si farà a Santa Caterina e i lavori in loco inizieranno al più presto, per far sì che per il campionato 2012-2013 il Cagliari possa fare quegli investimenti necessari per l’Uefa. «Oggi se ci dovessimo qualificare per una competizione continentale - hanno detto gli uomini di Cellino - saremmo costretti a giocare fuori dall’isola. Il nuovo stadio risolverà il problema e noi vogliamo inaugurarlo attrezzando una squadra a portata di Uefa». Intanto, secondo fonti del Cagliari, la “Karalis Arena”, è già in costruzione. In quanto impianto modulare può essere realizzato fuori dall’isola e assemblato qui a momento opportuno; i contratti per la commessa dei moduli in titanio e acciaio sarebbero stati firmati due settimane fa. Cellino ha fretta. «Dobbiamo sapere entro maggio se il diritto che riteniamo di avere su quelle aree sarà rispettato, altrimenti i tempi per la costruzione dello stadio si dilateranno troppo». Cellino sogna in grande: con ulteriori sei milioni lo stadio avrebbe tutte le caratteristiche per ospitare gare di competizioni internaionali, come Europei o Mondiali, e una volta giocate le partite, le parti amovibili potrebbero essere tolte, riportando la capacità dello stadio a 23mila posti.
Prima di vedere realizzato lo stadio Cellino dovrà superare però non tanto ostacoli politici, quanto la volontà di un ente che ieri non ha partecipato alla pre-conferenza dei servizi ma che si è detto, in più occasioni, con atti ufficiali e ufficiosi contrario al progetto dello stadio. Si tratta dell’Enac, l’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile, interessato necessariamente al progetto, perché i confini dell’area dello stadio sorgono a pochi metri dalla recinzione della pista dell’aeroporto. L’Enac ha detto che lo stadio a Elmas non si può fare, e non per partito preso contro Cagliari o la società di calcio, ma perché queste strutture non possono aver vicino uno stadio. Far cambiare idea a Enac sarà per Cellino come vincere la Coppa.(g.cen)
GLI SCENARI
In caso di parere negativo la parola passerà al Tar
CAGLIARI. Dietro le risate e la sicurezza di facciata, emergono i dubbi dei protagonisti. Gli enti pubblici e i privati sanno che la riunione di ieri se non troverà uno sbocco immediato sarà inutile. E lo sbocco passa per il via libera di Enac, Anas, Ferrovie ed Enel. I problemi riguardano soprattutto l’Ente per l’Aviazione Civile, perché l’Anas non avrebbe problemi a realizzare gli svincoli necessari, accollando naturalmente il costo a Cellino, le Ferrovie stanno già lavorando per una fermata per l’aeroporto, che potrebbe servire anche lo stadio, e l’Enel non avrebbe certo problemi con le linee elettriche. La settimana prossima la Regione chiederà i pareri a questi enti, «e poi li acquisiremo in sede di conferenza dei servizi. Se qualcuno degli enti dovesse confermare il proprio parere negativo - ha sottolineato uno dei presenti alla riunione - andremo avanti e cercheremo di contestarlo ai sensi di legge». Insomma, ricorsi e controricorsi amministrativi, e chiarimenti necessari sia sul fronte parcheggi che su quello delle strutture collegate. Cellino ha detto che per venire incontro a Enac ha abolito sia le torri di illuminazione che i pannelli fotovoltaici, Di più non può fare. Può forse elevare il numero dei parcheggi disponibili, perché altrimenti non si capisce come arriveranno gli eventuali tifosi in attesa della stazione delle Ferrovie, ma non sono i dettagli che rendono complesso il progetto, è il progetto stesso. Enac lo ha scritto in tutti i modi, ma forse nno si aspettava che la controparte mettesse nel conto anche il ricorso al Tar.