Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Chiesa aragonese, concessione contestata

Fonte: La Nuova Sardegna
23 febbraio 2011



I consiglieri Ettore Businco e Paolo Casu: «Disatteso il regolamento sul patrimonio»




CAGLIARI. La concessione della «chiesetta aragonese» di Monte Urpinu da parte del Comune all’associazione «I Sardi» è finita alla Corte dei conti. I consiglieri comunali Ettore Businco (Udc) e Paolo Casu (indipendente del centrodestra) hanno presentato ieri un esposto ai giudici contabili. L’affidamento è stato fatto con determina dirigenziale, ma «a nostro parere - scrivono i due consiglieri - la procedura seguita (...) non corrisponde minimamente a quelle stabilite dal vigente “Regolamento per la concessione in uso degli immobili e delle aree libere facenti parte del patrimonio indisponibile” del Comune». In particolare viene sottolineato come «l’articolo 4 del citato regolamento comunale, stabilisca che anche nel caso di concessioni in uso a soggetti che non hanno finalità di lucro, è necessariamente dovuto al Comune un canone accessorio».
In precedenza Businco e Casu avevano denunciato «l’affidamento diretto, fatto senza alcuna forma di appalto» in una interrogazione urgente. E lamentato che l’atteggiamento «presenta profili poco chiari e che vanno chiariti al fine di arrivare a una correta gestione del patrimonio pubblico». L’assessore comunale al Patrimonio Patrizio Mulas aveva anche precisato che è intendimento del Comune «far rientrare sotto il controllo dell’amministrazione tutto il patrimonio. Inoltre gli immobili che hanno perso la loro funzione originaria devono essere inseriti nel patrimonio e sono di competenza dell’assessorato apposito. E mi risulta che la chiesetta aragonese da anni abbia definitivamente perso la funzione di centro di culto». Businco e Casu sottolineano che l’associazione «I Sardi» è stata fondata dal consigliere comunale del Pd Claudio Cugusi che, però, già a suo tempo ha precisato di non avere più rapporti formali, se non di amicizia col gruppo culturale.
Da parte nostra, sottolinea Casu, «e visto che non ci è stata data alcuna risposta, oltre all’esposto alla Corte dei conti, ci riserviamo di far valere anche in sede penale eventuali profili di illiceità su tutta la vicenda». I due consiglieri affermano che si tratta di un fatto «grave e scandaloso» per la procedura seguita. Infatti, come scritto nell’esposto, «qualsiasi affidamento di questo tipo deve fare riferimento al regolamento che prevede in diversi articoli comportamenti garantisti e di assoluta trasparenza ed equità, che parrebbero essere venuti meno in questa assegnazione». Casu e Businco contestano in modo dettagliato anche i diversi punti che hanno portato all’affidamento. «Abbiamo chiesto - continua Casu - sia al sindaco Emilio Floris, che all’assessore al Patrimonio, se erano a conoscenza dell’attività svolta dal dirigente in ordina alla concessione accennata, ma non ci è stata data alcuna risposta adeguata».
Nell’esposto alla Corte dei conti, i firamtari affermano anche che «nella riunione della commissione Cultura svoltasi l’11 ottobe, il presidente» del gruppo consilaire Maurizio Porcelli, «in nostra presenza ha riferito ai commissari che il sindaco dichiarava di non saperne nulla di detta concessione e, quindi, “nulla” anche delle relative determine dirigenziali». (r.p.)