Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

L’arcivescovo: «Scegliete un sindaco che ascolti i bisogni della gente»

Fonte: La Nuova Sardegna
18 febbraio 2011


Monsignor Mani interviene e dà consigli ai fedeli in un lungo articolo sul giornale della diocesi



L’alto prelato traccia l’identikit ideale del primo cittadino che succederà a Floris

CAGLIARI. Monsignor Giuseppe Mani è stato anche un generale di corpo d’armata, grado acquisito come arcivescovo dell’ordinariato militare. Un passato che secondo alcuni osservatori si rileva nel suo modo sicuro e quasi marziale di affrontare le varie questioni in qualità di numero uno della chiesa di Cagliari e di tutta l’isola. E anche in politica è chiaro: bisogna «aiutare i fedeli che chiedono luce», scrive nel settimanale diocesano «il Portico» che uscirà domenica.
«Il sindaco che verrà» è il titolo dell’articolo dove il presidente della conferenza episcolpale della Sardegna esprime senza reticenza il suo pensiero per le prossima amministraive di Cagliari. Non fa nomi, monsignor Mani, ma dice chiaro che i preti devono dare indicazioni precise.
Le scelte. Il responsabile della curia afferma che, «come gli altri preti, se in coscienza mi sento di consigliare una lista o una persona lo faccio volentieri indicando qualcuno che ritengo capace, che magari porti i valori cristiani». A Cagliari, spiega, «siamo interessati alla elezione del nuovo sindaco». A questo punto monsignor Mani bacchetta tutte le forze politiche. Infatti afferma che «si stanno organizzando, preparando alleanze e facendo i conti sui futuri posti da spartire. Anche la politica ha un suo sport, ma spero che si stia scherzando e che - prima di decidere - pensino alla città e alle sue necessità».
L’attuale Giunta. Sulla Giunta che sta guidando il capoluogo dell’isola, monsignor Mani non dà un giudizio diretto, ma ugualmente sferzante: sottolinea che «ci sono delle frange di sofferenza che nessuno conosce e che l’amministrazione pubblica ignora totalmente. Quando altre volte l’ho fatto presente, è scattato il gioco dello scarica barile, un sodismo sconcertante ha fatto passar sopra a realtà di sofferenza e di emarginazione».
L’identikit. Quali le qualità di chi aspira a diventare il nuovo sindaco di Cagliari? Occorre pragmatismo, innanzi tutto. In particolare «non serve un sindaco interessato ai poveri, ma che prenda in mano la situazione di Sant’Elia, di Is Mirrionis e la affronti non in vista di sussidi consolatori, ma in forza di un approfondito studio della situazione per realizzare una vera promozione umana». Per monsignor Giuseppe Mani serve, in sintesi, un primo cittadino che faccia «crescere le persone».
La burocrazia. Un altro problema importante è per Mani il funzionamento della macchina amministrativa. Non occorre «un sindaco che faccia il capo ufficio, ma che faccia sì che tutti i capi ufficio siano responsabili». L’idea del “servire” è un altro aspetto determinante: «Servono veri amici della burocrazia, vicini al popolo e pronti a mettersi al fianco di coloro che si trovano in necessità». A riguardo il responsabile della chiesa sarda cita don Luigi Sturzo e Giorgio La Pira, del quale precisa che «era pronto a pagare di persona decisioni anche gravi perchè Firenze (di cui La Pira è stato sindaco - ndr) fosse bella, le ville vuote divenissero asili per i poveri, le fabbriche non venissero chiuse e non esistessero cittadini di serie A e di seri B».
Fantola. Proponimenti che secondo Massimo Fantola, leader dei Riformatori sardi e candidato del centrodestra alla prima poltrona di Cagliari, sono «modelli ideali che non possono che essere condivisi». Per Fantola «il sindaco deve essere come un capo condomino in grado di fare gli interessi di tutti e soprattutto di far sì che il debole, l’emarginato e lo straniero si sentano parte della comunità».
Zedda. Anche Massimo Zedda, consigliere regionale e comunale della Sel che corre per diventare primo cittadino per il centrosinistra, pensa che «il profilo del sindaco tratteggiato da monsignor Mani sia quello giusto: al servizio della comunità e dei cittadini». In rapporto all’importanza dei valori cristiani, Zedda riprende la citazione di La Pira, ricordando che era stato un uomo importante nella Costituente. E auspica «che come allora si sia in grado di avviare un dialogo tra componenti diverse, laiche e cattoliche, per costruire assieme una società più giusta». Tutto si può dire del monsignore-generale Mani, ma non che si nasconda. Come dire: noi, chiesa, vogliamo contare.
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