Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Il futuro di Cagliari è l'area vasta»

Fonte: L'Unione Sarda
17 febbraio 2011

Sviluppo e progetti. Per Floris «questo strumento di pianificazione coinvolge tutti: così i servizi verranno migliorati»

Il sindaco presenta la due giorni sul Piano strategico

«Senza uno sviluppo integrato con l'area vasta Cagliari non crescerà». E' una sorta di passaggio di testimone, una traccia sulla quale lavorare, quello che il sindaco Emilio Floris offre al suo successore con la presentazione dei temi-guida del Piano strategico di Cagliari e del suo hinterland. Temi che oggi e domani saranno in discussione nel workshop fortemente voluto dall'organismo che si è occupato di redigere lo strumento di sviluppo.
C'era davvero bisogno di questo piano, in una città che ha tanti problemi quotidiani?
«Abbiamo seguito gli indirizzi dell'Ue, per la quale da anni il piano strategico ha assunto il ruolo fondamentale di strumento di governo “principe” dello sviluppo locale e territoriale. In Italia e nel resto dell'Europa molte città lo hanno già utilizzato con successo».
Non è strano che queste strategie vengano presentate da un'amministrazione in scadenza?
«Per nulla, visto che all'elaborazione sono state chiamate a partecipare tutte le forze economiche, sociali, culturali della città per definire, condividere e attuare le linee fondamentali di crescita e sviluppo del territorio. Questo per promuovere un processo di riqualificazione e di modernizzazione della città e per consentire al sistema locale cagliaritano di incidere maggiormente, con un ruolo e rango adeguato, nei processi economici, sociali e territoriali della Regione e più in generale del contesto euro-mediterraneo».
Le linee-guida coincidono con il vostro programma?
«L'attuazione del piano strategico non parte da zero. Le sue linee progettuali si ricollegano, infatti, a una serie di azioni, interventi e processi di trasformazione avviati, parzialmente eseguiti o completati, dalla nostra amministrazione».
Di valorizzazione dell'area vasta si parla da anni. Come fare?
«Il piano è stato concepito in ottica sovracomunale, visto che per affrontare il futuro in modo innovativo occorre contare su una massa critica sufficiente di risorse: territoriali, umane, economiche, progettuali. Il capoluogo costituisce l'asse cruciale dell'area vasta, senza il quale essa perderebbe competitività e attrattività».
Cagliari cosa ci guadagna?
«Per svolgere le sue funzioni-guida il Comune sopporta costi rilevanti, basta pensare alla dimensione del fenomeno del pendolarismo. Occorre superare i rischi di una visione frammentata con congestione ed eccesso di concentrazione di funzioni e insediamenti a Cagliari. Il nemico della visione d'area vasta è l'egoismo municipalistico, oggi accentuato dai rilevanti problemi di “crisi fiscale” delle municipalità. I rischi di una visione frammentata sono enormi».
E ai centri dell'hinterland perché dovrebbe convenire?
«Il modello territoriale “progettato” è un policentrismo metropolitano a rete, che si appoggia sulle identità, le vocazioni, la riconoscibilità delle singole polarità del territorio. La competitività dell'area vasta cagliaritana è, pertanto, legata all'accessibilità e alla messa in rete delle peculiarità che la compongono, delle risorse ambientali e dei servizi integrati».
Come si potrà governare questa nuova entità?
«La governance deve fondarsi sul riconoscimento, la definizione e la condivisione di problemi “reali”, sulle questioni e sulle domande emergenti dall'ascolto del territorio. Costruire una visione comune, coinvolgente e partecipata sul futuro dell'area vasta cagliaritana significa mobilitarsi e mobilitare le proprie risorse e gli attori locali intorno ai quattro concetti chiave del piano: residenza, mobilità, disponibilità dell'ambiente e dei servizi».
A cosa si può aspirare, concretamente, con questo ipotetico miglioramento?
«Il posizionamento del sistema metropolitano cagliaritano nel contesto macro-regionale, nazionale e internazionale dipende da fattori di diversa natura, sia di tipo materiale che immateriale: l'infrastrutturazione del territorio (dai trasporti all'accessibilità alla banda larga), lo sviluppo e l'efficienza delle relazioni, le funzioni innovative (per la conoscenza, la formazione o la ricerca), la capacità del territorio stesso di promuoversi come sistema integrato e visibile».
Se il piano non venisse mai attuato cosa succederebbe?
«Il rischio è che le grandi progettualità infrastrutturali e insediative che stanno riguardando e riguarderanno l'area cagliaritana nei prossimi anni rimangano episodi isolati, incapaci di generare valenze positive in termini di funzionalità e di qualificazione alla scala complessiva del sistema. La portata delle trasformazioni in atto e i nuovi progetti di sviluppo dell'area cagliaritana, richiedono un approccio diverso con uno sforzo di concettualizzazione e strutturazione dello spazio metropolitano che sia inedito e capace di cogliere appieno le opportunità».
ANTHONY MURONI

17/02/2011

Il convegno
Il confronto con Barcellona e il sud Italia


Due giorni di convegno, a partire da questo pomeriggio, per sviluppare una riflessione sul piano strategico come strumento che possa dare risposta al problema metropolitano, prendendo come riferimento l'asset di Barcellona, capitale della Catalogna. L'organizzazione è della ReCs, società presieduta dal sindaco Emilio Floris.
Appuntamento questo pomeriggio alle 16.30 al teatro Massimo, con i saluti dello stesso primo cittadino e del governatore Ugo Cappellacci. La presentazione del Piano cagliaritano sarà affidata all'assessore comunale all'Urbanistica Gianni Campus, mentre i catalani Francesc Santacana e Joan Comprecios parleranno del piano strategico metropolitano di Barcellona. Previsti anche interventi del presidente della provincia di Firenze Andrea Barducci, dell'assessore comunale di Venezia Pier Francesco Ghetti e alcune testimonianze di amministratori di centri dell'hinterland cagliaritano.
Domani, alle 10.30, si riprende nel sottopiano del Municipio di via Roma con una tavola rotonda (moderata da Gabriele Pasqui, del Politecnico di Milano) con i sindaci di Cagliari, Barletta, Siracusa, Teramo e un assessore comunale di Palermo. Previsti interventi di Giuseppe Cuccurese (direttore generale della Banca di Credito Sardo) ed Ernesto Somma, coordinatore del progetto “Opportunità regioni d'Europa”, del ministero gli Affari regionali, con contributi che arriveranno anche da altre città del Sud con percorsi di pianificazione strategica in atto. Per il primo pomeriggio è prevista una visita guidata allo stagno di Molentargius, nel centro storico e sul lungomare.

17/02/2011