Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Centro storico, vuoti urbani cancellati

Fonte: L'Unione Sarda
14 febbraio 2011

Piano particolareggiato. Il documento approvato dal Consiglio dà il via libera ai frazionamenti nei vecchi quartieri

Si potranno ricostruire i palazzi bombardati nel 1943

Il Piano particolareggiato approvato mercoledì dal Consiglio comunale prima di diventare operativo dovrà completare un percorso fatto di eccezioni e possibili modifiche.
Saranno le «cellule staminali della città», come dice l'assessore all'Urbanistica Gianni Campus. Immagine che rende bene l'idea delle potenzialità dei vuoti urbani - ricordo delle bombe del '43 -, a cui il Piano particolareggiato del centro storico rende una nuova vita. Via Fara, il convento di San Francesco in via Mameli, via Palabanda, via La Marmora. O via Tristani, dove in un'area incolta nel cuore di Villanova potrà trovar spazio sia un complesso edilizio, sia una base per dei «collegamenti meccanizzati tra il quartiere e il Terrapieno» o addirittura con «la fossa di San Guglielmo, dove c'è la Clinica Aresu».
PERCORSI MECCANIZZATI Secondo Campus la zona compresa tra piazza Yenne e l'ospedale Civile potrà essere collegata con San Benedetto proprio grazie a questo «vuoto urbano strategico». Un'idea già elaborata negli anni '60 (quando si ipotizzò un tunnel carrabile) rivista e corretta: «Penso, tanto per capirci, a qualcosa di simile a un ascensore orizzontale, una navetta che unisca questi due punti della città».
Il Piano particolareggiato approvato mercoledì dal Consiglio comunale prima di diventare operativo dovrà completare un percorso fatto di eccezioni e possibili modifiche. «I cittadini devono cercare di dare il massimo contributo a questo documento, che per essere perfezionato ha bisogno del loro apporto. Un piano non partecipato sarebbe incompleto. È uno strumento strategico, dobbiamo considerare gli spazi liberi non come zone deboli, ma come cardini, spazi forti da cui si deve partire per ridisegnare esecutivamente la città».
Dal punto di vista pratico, il Piano consentirà di ottenere direttamente le concessioni edilizie senza bisogno dei singoli piani attuativi e del via libera, progetto per progetto, da parte del Consiglio comunale.
FRAZIONAMENTI Ma un'altra novità importante riguarda i frazionamenti, fino a oggi vietati nel centro storico. Una volta adottato definitivamente, lo strumento urbanistico consentirà invece di dividere le abitazioni dei vecchi quartieri, senza la «monetizzazione» dei parcheggi: per frazionare un appartamento è necessario avere un posto auto disponibile nelle vicinanze o pagare una sorta di “penale” al Comune, che dovrebbe -in linea teorica - poi pensare a realizzarli. Questo invece non sarà necessario per il centro storico dove i parcheggi si scontrerebbero con la volontà di trasformare quei rioni in una grande isola pedonale. «Nell'ottica della pedonalizzazione, sarebbe un controsenso parlare di parcheggi nel centro», dice il presidente della Commissione urbanistica Massimiliano Tavolacci (Udc), che evidenzia i meriti del nuovo Piano: «Questo documento sblocca ciò che è stato bloccato per anni dal Piano paesaggistico regionale. Poter frazionare gli immobili consentirà un'opera di risanamento importante. Ora gran parte dei quartieri sono abitati da immigrati, perché sono gli unici disposti ad abitare in certe condizioni. Dividendo gli appartamenti, che nel centro storico hanno dimensioni lontane dagli standard attuali, si potrà invertire questa tendenza».
I PROGETTI Ma cosa cambierà? In via Fara, nell'area sterrata che per decenni è stata utilizzata come parcheggio, verranno realizzati nuovi edifici. Lo stesso succederà in via La Marmora, dove verrà ricostruito il Portico Vivaldi Pasqua e il palazzo che lo sovrastava, prima di essere abbattuto dalle bombe della seconda Guerra mondiale. Un discorso identico in via Palabanda: l'arco verrà probabilmente raddoppiato, per realizzare due portici (uno potrebbe essere riservato ai pedoni), insieme alla ricostruzione del palazzo che si affacciava su Corso Vittorio Emanuele. Due importanti recuperi sono previsti invece per il convento di San Francesco e nella chiesa di Santa Lucia. Il primo spazio, in via Mameli, potrebbe essere acquisito dal Comune per circa 2 milioni di euro: l'obiettivo è quello di recuperare il chiostro, realizzare una piccola piazza e dei servizi commerciali nel cuore di Stampace. Un destino molto simile a quello della struttura di via Sardegna.
In via San Domenico, il vuoto lasciato dal palazzo abbattuto di fronte alla chiesa, non verrà invece riempito da nuove costruzioni: nell'area il Piano particolareggiato prevede una piccola piazza, già realizzata durante i lavori di riqualificazione di Villanova.
MICHELE RUFFI

12/02/2011

l'opposizione
«Chance persa, non si affrontano i veri problemi»


Per il gruppo Pd in Consiglio comunale, il Piano particolareggiato «si risolve in un mero riempimento di vuoti, che di strategico ha ben poco».
L'opposizione avrebbe voluto un utilizzo diverso per gli spazi di via Fara e via Tristani che «secondo la prima versione del piano stesso, avrebbero dovuto avere una funzione prevalentemente pubblica: parcheggi, verde, servizi di pubblica utilità». Ecco perché i consiglieri Ninni Depau, Claudio Cugusi e Andrea Scano parlano di «occasione perduta» e aggiungono: «Il piano evita accuratamente di affrontare i veri nodi, dando il via alla possibilità di edificare all'interno di una serie di “francobolli” residui, triste ricordo dei bombardamenti del '43. Ma il risanamento del centro storico non può essere affidato esclusivamente alle scelte individuali di alcuni proprietari».
E nei giorni scorsi anche la Circoscrizione del centro storico ha dato il suo parere «assolutamente negativo» al Piano. Mancherebbero infatti «spazi collettivi da destinare ad attività di relazione e socializzazione.» Per il progetto di via Tristani, la quinta Commissione circoscrizionale chiede «la realizzazione di percorsi pedonali inseriti in un contesto di qualità ambientale e architettonica che garantiscano comodità e sicurezza di percorrenza rispetto ad eventuali impianti meccanizzati».
Modifiche che potrebbero anche essere decise più avanti: gli uffici comunali riceveranno per i prossimi sessanta giorni le osservazioni e le proposte dei cittadini interessati. Le variazioni potrebbero essere inserite nel piano, una volta diventato operativo. ( m.r. )

12/02/2011