Il pianista sorprende in pagine di Beethoven. Oggi e domani Mozart interpretato da Soudant
GABRIELE BALLOI
CAGLIARI. Dal prestigioso concorso “Dino Ciani” ai Premi “Accademia Chigiana” e “Franco Abbiati”; dalla collaborazione con Luciano Berio a quella con Mario Brunello. Parliamo di Andrea Lucchesini, una delle voci più interessanti del pianismo italiano contemporaneo che nei giorni scorsi al Comunale con il direttore Daniele Callegari, per la Stagione del Lirico, ha eseguito di Beethoven il “Concerto n.4 in sol maggiore, per pianoforte e orchestra, op.58”. Già dalle prime note si avverte il tocco personalissimo di Lucchesini. Siamo lontani anni luce da qualsivoglia posa accademica. È sufficiente ascoltarlo in quell’incipit solitario con cui s’apre il Quarto Concerto, per accorgersi di tutta una modernità di accenti che quasi fa dimenticare stia iniziando una pagina beethoveniana. Da qui in poi, è ormai dichiarata quale sarà la cifra stilistica della sua lettura: Lucchesini fraseggia con capillari sottolineature espressive, cercando un suono caldo, corposo, di una densità timbrica a tratti inedita per la musica classica. Sarà per le ascendenze paterne (è figlio di un trombettista jazz) ma il suo Beethoven è di sorprendente freschezza, accattivante e “nuovo”. Cosa che ben si addice, del resto, all’innegabile salto evolutivo che Beethoven realizzò rispetto ai precedenti Concerti. Forse per questo, Callegari sceglie di tenere il piano in primo piano, limitando spesso la dinamica dell’orchestra. Così facendo, nella dialettica fra gli strumenti, è il solista a porre domande, mentre la compagine risponde misuratamente.
Subito dopo, fa da preludio alla “Messa in sol maggiore per soli, coro, archi e organo D.167” di Schubert, una “preghiera”: l’appello dei dipendenti del Lirico, la protesta e la richiesta di sostegno rivolta al pubblico, ai politici, e a chi di dovere, per far sì che la Fondazione non chiuda i battenti, i lavoratori possano ricevere gli stipendi ancora non recepiti, e tutte le problematiche vengano risolte. Senza infamia e senza lode la Prima Sinfonia di Beethoven che, in chiusura, andava a sostituire il “Requiem für Mignon” di Schumann. E oggi alle 20,30 e domani alle 19 il maestro Hubert Soudant dirigerà Orchestra e Coro in un programma dedicato interamente a Mozart: da «La clemenza di Tito» al Requiem in re minore.