Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Floris: «Riaprirò tutti i cantieri»

Fonte: L'Unione Sarda
11 agosto 2008

L'intervista. Dal caso di Palazzo Aymerich alla riqualificazione del borgo di Sant'Elia
Nuovi poteri dal Viminale, alcuni progetti verso lo sblocco
«Sbloccare quei canteri significherebbe combattere il degrado urbano. Utilizzerò i poteri per accelerare la riqualificazione di alcuni quartieri».
In una città in cui 81 cantieri sono fermi da mesi, qualcuno da anni, è normale che il primo pensiero, parlando di super-poteri (quelli attribuiti da un recente decreto del ministero dell'Interno) vada alla possibilità di sbloccare i progetti più importanti: «Penso a Palazzo Aymerich e ad altre ristrutturazioni previste nel centro».
Emilio Floris ammette di «interpretare in maniera estensiva» il provvedimento firmato martedì scorso da Roberto Maroni, ma non ha dubbi: «Sbloccare quei canteri significherebbe combattere il degrado urbano. Vorrei utilizzare i nuovi poteri per accelerare la riqualificazione di alcuni centri importanti».
La lista, oltre a Castello, comprende una serie di quartieri un'accelerata nei lavori non guasterebbe: «Santa Teresa a Pirri, alcune zone di Is Mirrionis e il piano di Koolhaas per Sant'Elia».
Perché, anche se il master plan del borgo è firmato dalla Regione, il Comune è interessato «in tutta la fase urbanistica del progetto, come quella delle destinazioni d'uso dei fabbricati». Il discorso poi riguarda anche i finanziamenti a disposizione: «Non dimentichiamo che per ora ci sono solo 30 milioni di euro: con questa cifra al massimo si può ristrutturare il quartiere, ma non certo realizzare tutto il programma dell'architetto olandese. Invece, a seconda delle attribuzioni previste dal decreto, potremmo essere sicuri che tutto proceda senza intoppi. A fine mese chiederemo dei chiarimenti al ministero dell'Interno, per sapere se i poteri commissariali sono anche di carattere urbanistico. Sia chiaro: non per usarli contro la Regione ma insieme, nei progetti importanti per lo sviluppo della città».
Nel frattempo, gli altri sindaci italiani si stanno affrettando a firmare ordinanze di ogni tipo. C'è chi vieta, dopo le 23, l'utilizzo delle panchine comunali a più di tre persone per volta (siamo a Voghera), o chi impone una ispezione igienico sanitaria nelle abitazioni dei novelli sposi (succede a Cernobbio).
Il Vaticano invece si è schierato contro quei comuni (sono diversi) che hanno promesso una linea dura contro chi chiede l'elemosina in strada.
Cagliari, nel suo piccolo, già da mesi ha visto sparire dalle strade del centro gli ambulanti con false griffe e gli accattoni: «Per chi chiede l'elemosina ci vuole un minimo di tolleranza, certo. Ma bisogna fare in modo che questa tolleranza non diventi libero arbitrio. In alcune strade, come via Roma, c'è un vero problema di disagio sociale. C'è una grossa concentrazione di persone che chiedono la carità: credo che sia necessario far differenza tra le persone che vogliono essere aiutate a fare una vita normale da quelle che lo fanno per scelta e non vogliono essere recuperate».
Ma per sapere con certezza che cosa cambierà in città bisognerà aspettare la fine delle vacanze: «A fine agosto si vedrà: chiederemo delle precisazioni al Viminale e cercheremo di utilizzare la nuova norma nella maniera più larga possibile. Faremo un passo alla volta, anche perché non sappiamo ancora quanti soldi spetteranno al comune per l'applicazione di questi nuovi poteri».
Il decreto, che trasformerà i primi cittadini in “ufficiali di Governo”, ha già messo da parte 100 milioni di euro (ma potrebbero arrivare anche altri fondi), da distribuire tra i vari comuni della Penisola per gli investimenti di sicurezza urbana.
Ma è ovvio che non arriveranno tutti a Cagliari.
MICHELE RUFFI

10/08/2008