la notte dei poeti
Sul palco le attrici Nunzia Antonino e Daniela Pansini
La pianista volge le spalle al pubblico e suona, suona dando voce ad Ada la muta. Stesso abito grigio, stessi capelli biondi, stessa figura slanciata, Nunzia Antonino e Daniela Pansini hanno condensato in tre quarti d'ora magistrali - sabato 9 agosto al Teatro Civico di Cagliari - la storia di passioni di Lezioni di piano . Opera ispirata al film (vincitore di tre Oscar) di Jane Campion con colonna sonora di Michail Nyman, un cult riadattato in versione teatral-concertistica dal regista Carlo Bruni e da Michele Santeramo.
Intense, controllate quanto espressive nei movimenti, le due protagoniste si sdoppiano nel raccontare l'arrivo in Nuova Zelanda di una donna, una bambina e un pianoforte. E il loro sbarco in una terra fitta di foreste e di tatuaggi maori, di duri coloni e di bigliettini scritti a mano, di tradimenti e ribellioni, di punizioni e rese. Nunzia Pansini, l'attrice, parla di paura e di orgoglio, di violenza e di speranza, di un amore proibito che si fa strada attraverso il nero corpo di un pianoforte. Daniela Pansini, la musicista, accompagna, precede, interviene, sfiorando i tasti e adoperando, quando il dramma incombe, il coperchio del suo strumento come fosse una mannaia. Posato su uno strato di cedevole torba, il pianoforte galeotto ha lo stesso colore del palco rimpicciolito da una pedana. Spunta dal buio, questo oggetto incongruo venuto da oltre mare con la sua proprietaria, assieme a troppi bauli, a scatoloni umidi di salsedine, alle cappelliere, alle lunghe gonne, alle inutili crinoline. È la voce mozzata di Ada, il piano, perché lei è muta dall'età di sei anni ed è la cosa a cui tiene di più - dopo sua figlia - e le viene sottratta da un uomo che non sa neanche scrivere. Ma che nel film ha la faccia di Harvey Keitel e dunque la “silenziosa” può accettare una strana forma di restituzione: «Ogni visita un tasto». Un pezzo per volta, in un crescendo di seduzione e di reciproco ammaliamento reso tutto intero da uno spettacolo senza manierismi. Era l'ultimo appuntamento della XXVI edizione de “La notte dei poeti”, il festival, organizzato dalla Cedac, privato quest'anno della sua fascinosa sede, il Teatro Romano di Nora, chiuso per restauri. La rassegna è comunque approdata in un luogo eccentrico e diversamente bello come il Teatro Civico di Cagliari, con un cartellone che ha avuto un altro apice di qualità con Manca solo la domenica di Licia Maglietta, complici la fisarmonica russa di Vladimir Denissenkov e i testi di Silvana Grasso.
ALESSANDRA MENESINI
11/08/2008