Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«La tassa di soggiorno? Una zavorra»

Fonte: L'Unione Sarda
3 febbraio 2011

L'assessore regionale del Turismo Crisponi critica il balzello: puntiamo su altro. Confindustria boccia la nuova Imu

A Cagliari il gettito non andrebbe oltre il milione di euro

Tanti no alla tassa di soggiorno, a partire dalla Regione e dalle imprese. La vogliono invece i Comuni.
Forse il gioco non vale la candela. La tassa di soggiorno, per il Comune di Cagliari, non è un grande affare: il gettito previsto sarebbe esiguo. Secondo un'elaborazione del Centro studi L'Unione Sarda, nell'ipotesi in cui gli alberghi a quattro stelle e le altre strutture (compreso l'extralberghiero) facessero pagare ai clienti un'imposta rispettivamente di tre euro e un euro, il ricavato complessivo per l'ente non arriverebbe al milione (esattamente 922.271 euro). Un bilancio magro, che diventa ancora più risicato se, invece di tre e un euro, il Comune decidesse di imporre un euro (alberghi a quattro stelle) e 0,5 centesimi (le restanti strutture) a cliente: in questo caso, il gettito ammonterebbe a 347.883 euro.
LE IMPRESE Insomma, si parla di pochi soldi per Cagliari rispetto «ai danni d'immagine procurati dall'introduzione di una simile tassa a tutta la Sardegna», dice Marco Sulis, presidente regionale di Confesercenti. «L'imposta sarebbe il colpo di grazia alla competitività del comparto. Il turismo sardo», sottolinea Sulis, «ha rappresentato, soprattutto in quest'ultimo anno e mezzo, il volano dell'economia sarda, grazie alla politica di contenimento dei costi e all'innalzamento dell'offerta attuate con grande sacrificio dagli operatori del settore. La tassa di soggiorno», precisa ancora Sulis, «sarebbe solo la zavorra con cui annegare definitivamente il sogno di sviluppo dell'economia turistica nell'Isola». La critica di Confindustria Sardegna, invece, si estende all'intera bozza sul federalismo fiscale. «L'ultima chicca», dice il presidente degli industriali, Massimo Putzu, «riguarda l'Imu, l'imposta che sostituirà l'Ici, che viene fissata al 7,6 per mille per gli immobili strumentali, quelli cioè utilizzati esclusivamente per l'esercizio di attività d'impresa. Essendo attualmente l'aliquota media dell'Ici al 6,4 per mille, le imprese si troveranno di fronte a un incremento del 18,75%». Alcuni settori saranno più penalizzati. «Penso all'industria turistica», incalza Putzu, «che dopo la tassa di soggiorno si troverà a dover far fronte all'Imu. Un albergo di medie dimensioni, che attualmente paga 60.000 euro di Ici, dovrà versare oltre 71.000 euro. Un vero salasso».
LA REGIONE A Putzu rispondono in serata il presidente della Regione, Ugo Cappellacci e l'assessore alla Programmazione Giorgio La Spisa. «L'introduzione del nuovo sistema di imposte municipali, per la Sardegna avverrà con apposite norme e previo confronto con gli enti locali e le imprese. La Sardegna - dicono - si è già opposta da tempo alla estensione di questa norma alle regioni speciali e ha presentato un emendamento per deifendere la nostra specificità». Dalla Regione arriva anche il no secco alla tassa di soggiorno (che con il decreto sul federalismo può variare da 0,5 a 5 euro). «È un'idea sciagurata e illogica», commenta l'assessore del Turismo, Luigi Crisponi. «Da due anni il comparto turistico è fiaccato dalla grave situazione economica, gli operatori alberghieri sono stremati per la violenta crisi e ora li si vorrebbe martellare con ulteriori deleteri provvedimenti». Crisponi ricorda gli errori del passato. «La Regione ha già abolito ogni inutile tassa sul turismo, da quella di soggiorno a quella cosiddetta sul lusso nel turismo nautico, che ancora produce riflessi negativi. Respingiamo con forza ogni nuova proposta di un balzello, la cui applicazione sarebbe un'idea sbagliata, realizzata nel momento sbagliato, perché provocherebbe un grave danno alla competitività del nostro sistema e lancerebbe un messaggio negativo, che striderebbe fortemente con le politiche promozionali regionali e nazionali». Secondo l'esponente dell'esecutivo, sono altre le azioni a cui pensare: «Puntiamo sul binomio promozione-qualità. La Giunta Cappellacci ha già avviato una serie di iniziative per l'allungamento della stagione turistica, per la formazione degli operatori e per il miglioramento della strutture ricettive. Questa», continua Crisponi, «è la strada da intraprendere, non iniziative che rappresenterebbero un salto nel passato e che incoraggerebbero fenomeni di abusivismo».
I COMUNI Di opinione diversa Tore Cherchi, presidente regionale dell'Anci: «Abbiamo chiesto al Governo questa tassa consapevoli che la sua applicazione sarà a discrezione dei sindaci. Diamo un giudizio positivo a prescindere dall'ammontare del gettito prodotto», osserva Cherchi. «Va poi detto che le risorse introitate dovranno essere utilizzate per scopi nobili: la cura del patrimonio artistico di una città e dell'ambiente. Non credo che 3 o 5 euro in più facciano desistere un turista nella scelta di un albergo a 4 stelle».
LANFRANCO OLIVIERI

03/02/2011