Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Prostitute in centro, scoppia la rivolta

Fonte: L'Unione Sarda
1 febbraio 2011

Inchiesta. Aumenta il fenomeno nelle strade: parlano residenti, squadra mobile, carabinieri e un assessore comunale

Lettere ed esposti: «Per loro si trovi una zona fuori città»

Nel settembre del 2007 il Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico applicò la tolleranza zero. I miglioramenti ci furono. Ma ora, a tre anni e mezzo di distanza, la situazione è tornata la stessa.
In via Cedrino quasi non ci fanno più caso: tutte le sere, dopo il tramonto arriva lei. Rumena, a occhio e croce venticinque anni, esercita dalle sei fino a notte fonda. E allora: via vai di clienti, le auto che si fermano un secondo per contrattare, mentre gli abitanti parcheggiano la macchina e salgono a casa con le buste della spesa. In viale Trieste, a una manciata di metri, un'altra rumena inizia a lavorare appena chiude il distributore: borsetta e basco bianco, giubbotto di pelle, aspetta gli uomini seduta sul muretto che guarda il palazzo della giunta regionale di viale Trento.
CENTRO CITTÀ Siamo a poche centinaia di metri dalle sedi del potere regionale e comunale: da queste parti nigeriane, rumene e sarde si spartiscono il mercato dell'amore a pagamento con un'organizzazione che copre quasi tutte le 24 ore: «Ci sono dalla mattina presto, non danno un minuto di tregua», racconta chi abita da queste parti. Negli anni, nelle strade del quartiere che si sviluppa alle spalle di viale Sant'Avendrace, le hanno provate tutte: petizioni, lettere al sindaco. Pure un esposto indirizzato a prefetto e questore. È cambiato poco e, anzi, negli ultimi tempi si sono aggiunte le rapine. Tre negli ultimi sei mesi. A novembre una prostituta rumena è stata tramortita con una pistola elettrica. Quattro ragazzi le hanno portato via la borsa, due cellulari e 120 euro. Un altro episodio simile in viale Monastir: in questo caso è bastato qualche schiaffo per rubare telefoni e poche centinaia di euro. «Sono segnali preoccupanti, che ci hanno fatto rafforzare i controlli in tutta la zona», dice Leo Testa, dirigente della Squadra mobile della questura e della sezione “Criminalità diffusa,” che indaga sul business della prostituzione in città. Nigeriani e rumeni si spartiscono il mercato, spesso con protettori che «hanno notevoli radici sul territorio e manovrano anche i flussi di immigrazione dai propri paesi».
L'ASSESSORE L'assessore alle Politiche sociali, Anselmo Piras, qualche settimana fa è salito sul camper della comunità “L'Aquilone” per rendersi conto di persona di quale sia la situazione: «Ho visto operatori sociali pieni di umanità e tante ragazze con voglia di parlare. Scopri che molte hanno famiglia e lo prendono come un lavoro vero e proprio. Non è però ammissibile che venga fatto in città, in alcuni casi in pieno centro. È inaccettabile. Cosa si può fare? La proposta è quella di trovare una zona per loro, magari in aree disabitate. Succede in molte città. Dove? Non posso dirlo io, deve essere una scelta concertata con tutte le istituzioni». Contrastare la prostituzione è quasi impossibile: «Il fenomeno c'è e ce lo dobbiamo tenere. Però dobbiamo tutelare sia i cittadini, che non possono trovarsi le prostitute sotto casa, sia le ragazze che spesso sono vittime di un pesante sfruttamento».
CLIENTELA E PROSTITUTE Per Giuseppe Pischedda, che coordina i carabinieri del nucleo operativo radiomobile, la prostituzione in strada è spesso un «residuo dei fenomeni di migrazione clandestina». Difficilissimo da cancellare: «La legge Merlin colpisce solo il favoreggiamento e lo sfruttamento, prostituirsi non è un illecito penale ma amministrativo. Il fenomeno però a Cagliari è abbastanza contenuto rispetto ad altre città, dove nelle strade periferiche e nei raccordi si contano centinaia di ragazze».
ROM CONTRO RUMENI Qui in compenso abbiamo qualche piccolo scontro tra etnie diverse: da una parte quella rom, che controlla la zona di via Simeto, dall'altra quella rumena, in viale Monastir. A ottobre del 2009 due gruppi si affrontarono in una mega rissa in strada: 17 rom contro 6 rumeni. I militari arrestarono tutti e 23.
VIALE ELMAS La situazione ovviamente peggiora allontanandosi dal centro: la zona di viale Elmas è il regno delle nigeriane, anche loro sul marciapiede dalla mattina presto. Il territorio delle sarde è soprattutto quello di via Posada dove lavorano in tre, a volte cinque donne, spesso un po' avanti con gli anni. A pochi metri, in via San Paolo, tra due assessorati regionali, aspettano invece i trans. Ma la prostituzione si è allargata stabilmente a viale Trieste e in certi periodi raggiunge addirittura piazza del Carmine. Nel settembre del 2007 il Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico aveva deciso di inaugurare un periodo di tolleranza zero. I miglioramenti ci furono. Ma ora, a tre anni e mezzo di distanza, la situazione è tornata la stessa.
MICHELE RUFFI

01/02/2011



Il mercato
Un business per nigeriani e rumeni


L'offerta, spiegano le forze dell'ordine che ogni giorno hanno a che fare con il mondo della prostituzione, è «diversificata». I prezzi variano: ci sono le rumene, bionde, spesso attraenti e con un mercato più alto, e le nigeriane che in genere si accontentano di poche decine di euro. Anche la prostituzione è costretta a convivere con la crisi. Meno clienti e meno soldi. E il prezzo cala. Le prostitute di origine africana arrivano a vendersi per dieci euro e la tariffa del “tutto incluso” è di trenta euro, anche se la richiesta può arrivare a 40.
Le rumene hanno tariffe più alte: da 30 a 60 euro. Alcune, le più carine e gettonate, possono chiedere di più. Per variare l'offerta vengono fatte ruotare: quindici giorni (la cosiddetta quindicina) a Cagliari, poi in un'altra città della Penisola e altri quindici da un'altra parte. Alcune restano di più, massimo tre mesi.
Italiane, sarde e trans vanno dai 20-30 euro ai 40-50 euro. Il guadagno? Le rumene possono mettere da parte anche 500 euro a notte. In un mese l'incasso arriva a superare i diecimila euro. Senza commettere reati: la legge colpisce solo il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione. Prima uno dei metodi usati dalle forze dell'ordine per tenere sotto controllo il fenomeno era il far leva sui permessi di soggiorno.
Ma ora le ragazze di origine africana hanno ottenuto (almeno per la gran parte della comunità) il documento del ministero dell'Interno. E le rumene da qualche anno sono in regola, visto che la Romania fa parte da tempo dell'Unione europea.

01/02/2011