Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Gara di solidarietà per salvare Roseline

Fonte: L'Unione Sarda
8 agosto 2008

Spiraglio per la ragazza clandestina: il titolare di una libreria di Iglesias è disposto ad assumerla

In Nigeria verrebbe lapidata, ma arrivano delle offerte di lavoro
Alla giovane nigeriana è stato notificato un decreto di espulsione. Ma il rientro in patria per lei equivale a una condanna a morte.
Ha fatto di tutto per deviare il percorso di un tragico destino già segnato in Nigeria. Evasa di prigione e fuggita in Sardegna per sottrarsi alla lapidazione. Ora, dopo che Roseline Edobor, 30 anni, nigeriana che da tre anni si trova a Cagliari, ha raccontato la sua storia, sono anche gli altri a fare di tutto perché la vita possa finalmente tornare a sorriderle.
Si è mobilitato nell'isola il fronte della solidarietà con dimostrazioni di affetto che non potranno certo cancellare il suo dolore ma almeno renderlo più sopportabile. E aiutarla a vivere. Non ha ricevuto, infatti, solo manifestazioni di solidarietà, ma anche offerte di lavoro. Gianni Loi, titolare di una libreria a Iglesias che gestisce insieme alla moglie, è tra i primi a essersi fatto avanti con la più gradita delle proposte. «Se Roseline fosse disposta a trasferirsi da Cagliari a Iglesias potremmo farla lavorare in libreria. Certo il locale è piccolo, ma ci farebbe davvero piacere».
In mezzo agli scaffali della libreria Duomo, che spesso organizza eventi culturali e promuove novità editoriali, perché no, potrebbe iniziare il suo riscatto. Non necessariamente, comunque, visto che l'opzione trasferimento non è l'unica. Il libraio, infatti, rilancia: «Nel caso non avesse la possibilità di spostarsi da Cagliari, non c'è problema. Sono pronto a impegnarmi perché possa trovare una differente occupazione. Conosco diverse persone che sarebbero disposta ad andarle incontro. Potrebbe lavorare anche come badante, ad esempio». Un posto di lavoro, secondo il suo legale Gianni Nonnis, inserirebbe la vicenda «in un contesto più adeguato per la sua risoluzione». Lei è felicissima: «Ringrazio tutti, apprezzo tanto questa generosità».
È complessa, la posizione di Roseline. All'età di 22 anni, quando si trova ancora a Kano State, rimane incinta. Senza essere sposata: macchia indelebile secondo il codice di origine coranica della Sharia, punito con la pena capitale. Viene arrestata durante una sommossa e torturata. La ragazza riesce a fuggire dal carcere e a raggiungere Genova. Ora, dopo varie vicissitudini, si trova da tre anni (lontana dal suo bambino) a Cagliari, dove deve però fare i conti con un decreto di espulsione dal territorio nazionale emesso il 23 maggio dal prefetto perché priva di permesso di soggiorno.
Nel suo paese d'origine non può certo tornare, visto che è ricercata dagli integralisti islamici. L'avvocato Nonnis ha presentato ricorso contro il decreto e il giudice di pace, lunedì, ne ha sospeso l'esecuzione. L'obiettivo è l'annullamento e trovare un posto di lavoro sarebbe di grande aiuto per Roseline. L'ha capito subito Gianni Loi che, seguito da altre persone, le ha teso la mano. Gesto che potrebbe aprire un nuovo capitolo della sua tormentata vita.
MARIANGELA LAMPIS

08/08/2008