Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cagliari al ritmo dei Balcani

Fonte: L'Unione Sarda
5 agosto 2008

Non ci sono solo Bono, Sting e Bob Geldof a spargere musica e speranze di pace per tutto il pianeta. Ci sono anche loro, quelli della Kocani Orkestar, la popolare brass band macedone che, come molti, sogna un'Europa multiculturale senza schedature o impronte digitali per chi è diverso, e che ieri pomeriggio è sbarcata a Cagliari trascinando centinaia di persone di ogni età per tutta via Roma, nel largo Carlo Felice, fino a piazza Yenne, dove, avvolta anche qui da un entusiasmo che spegnersi proprio non voleva spegnersi, ha concluso la prima delle due esibizioni allestite dall'associazione Shannara. La seconda è in programma oggi a Pirri nel teatro La Vetreria alle 21,30, dove la brass band macedone terrà per un vero e proprio concerto.
Una variopinta girandola di suoni che ha dato vita a un serpentone di corpi in movimento, con appassionati, turisti e semplici curiosi, intenti a seguire passo dopo passo, un mosaico di ritmi e melodie meticce, a metà strada tra Oriente e Occidente. Una musica che comunicava a più livelli, spinta la maggior parte delle volte dagli immancabili ritmi in 7/8 che guidavano gran parte delle composizioni: da quelle di nuovo conio come Sahara dream e Kalino mone , contenute nell'album The ravished bride che uscirà in settembre, ai pezzi più collaudati e travolgenti come Siki siki baba (uno dei cavalli di battaglia che la formazione ha inciso anche con Paolo Fresu e Antonello Salis), Mesecina, Usti baba, Good Bye Macedonia . Con l'andamento intenso e un po' malinconico di Kalasnjkov piazzato lì a ricordare la storia di un popolo che ha conosciuto anche grandi tragedie.
Una pagina raccolta e riflessiva, che dopo qualche minuto ha lasciato (nuovamente) posto al clima di festa e di contagiosa allegria che ha caratterizzato la sfilata. Come un ponte gettato tra popoli e culture, la musica della Kocani è suonata da subito un invito alla tolleranza e al rispetto di tutto ciò che è parte di un individuo: religione, idee politiche. «È una musica fantastica», dichiarava l'assessore alla Cultura Giorgio Pellegrini durante il percorso. «Il mio sogno è quello di avere un Capodanno con tante brass band come questa, magari provenienti da tutta Europa. Il nostro futuro è nella multiculturalità. Ci vogliono le regole, ci vuole la prudenza, ma le risorse che una società multiculturale può offrire sono tante e straordinarie. E la musica è senz'altro uno dei modi migliori per imparare a conoscere e a rispettare l'altro».
«In tempi di contrapposizioni estreme, la musica può aiutare a conoscere meglio la storia di un popolo e magari a comprenderlo», aggiungeva poco distante Eridon Gjetja, vent'anni, albanese, studente in Storia e Informazione all'Università di Cagliari. «È come se fossi nata in quei luoghi, la sento mia, mi piace assistere a concerti come questi ed è un peccato che in città se ne facciano pochi», dichiarava invece Rita Medda, cantante-interprete di world music. Mentre la Kocani continuava a sprigionare nuova energia dentro i suoni popolari.
CARLO ARGIOLAS

05/08/2008