Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Piove dentro casa, le pareti cedono: «Il Comune ci aiuti»

Fonte: L'Unione Sarda
5 agosto 2008

sant'elia Via Fasano. Una famiglia

Quattordici anni fa si sono trasferiti in un appartamento che dovevano occupare solo provvisoriamente. A distanza di tutti questi anni, invece, vivono ancora là e la loro incolumità man mano che passa il tempo è sempre più a rischio.
Piero Argiolas e la sua famiglia (moglie e quattro figli) abitano in via Fasano, a Sant'Elia, in una casa popolare il cui tetto rischia ogni giorno di crollargli addosso. «Colpa dei lavori di ristrutturazione nell'intero palazzo che sono stati eseguiti parecchi anni fa in modo pessimo - spiega lo stesso Argiolas -. Parti dell'edificio ormai stanno cedendo, si vede subito, anche perché la muffa si forma dappertutto».
La situazione, secondo il racconto delle persone che vivono là dentro, è ulteriormente peggiorata negli ultimi anni: «Quattro, massimo cinque anni fa la palazzina ha avuto problemi e sono dovuti intervenire addirittura i vigili del fuoco. Da quello che sappiamo noi residenti, subito dopo aver visto come stavano le cose hanno segnalato all'amministrazione comunale le condizioni in cui stavamo vivendo. Siamo arrivati all'incredibile situazione che quando piove siamo costretti a ripararci con gli asciugamani, perché l'acqua entra da tutte le parti. Il tetto sembra ogni giorno di più un colapasta».
Oltre al rischio continuo a cui sono soggette tutte le famiglie di quella palazzina, Argiolas mette in risalto anche i danni economici che ha subito in tutti questi anni: «La cameretta dei bambini l'abbiamo dovuta cambiare due volte, i mobili sono stati completamente rovinati, ed erano di nostra proprietà, acquistati esclusivamente con i soldi che abbiamo guadagnato».
Ma la preoccupazione più grande dei due genitori è rivolta in modo particolare alla salute dei figli: «Sono tutti piccoli, e vivere in queste condizioni di sicuro non gli fa bene. Soggiornare in un ambiente del genere non genera effetti positivi neanche a noi, figuriamoci a bambini di pochi anni o ad adolescenti nel pieno periodo della crescita».
Il Comune ha promesso che a breve inizieranno i lavori di ristrutturazione, ma a quel punto subentrerà un secondo problema: dove andrà a vivere l'intera famiglia? «Ci hanno proposto delle abitazioni che però non sono assolutamente accettabili, visto che il nostro nucleo familiare è composto da sei persone», proseguono i genitori, che poi lanciano una provocazione: «Anche se siamo consapevoli dei rischi che corriamo, se non ci viene offerta una sistemazione adeguata noi rimarremo qua a vivere. Non possiamo passare da questa situazione disagiata a una che sarebbe ancora peggiore».
PIERCARLO CICERO

05/08/2008