Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sant'Elia, guerra sulla demolizione

Fonte: L'Unione Sarda
4 agosto 2008

Stadio. L'opposizione: è un patrimonio. Il centrodestra: avete votato sì a tutti progetti della Regione che prevedono l'abbattimento


Lo stadio può essere bello o brutto a seconda di chi lo disegna. E della parte politica che lo propone. Non si spiegherebbero altrimenti le polemiche sorte attorno alla demolizione del Sant'Elia, parte del più ampio dibattito sulla decisione del Consiglio comunale di dare mandato al sindaco di concedere al Cagliari calcio entro il 30 settembre un'area accanto al vecchio impianto dove costruire la Caralis arena.
Sia in aula, martedì scorso, che nei giorni successivi, il centrosinistra è partito all'attacco, supportando un'azione di Gigi Riva: «La decisione del Consiglio ha provocato reazioni negative in città e nel mondo sportivo, in particolare di Riva, che rappresenta il simbolo del riscatto non solo sportivo di Cagliari e della Sardegna», hanno tuonato in un'interrogazione Ninni Depau, Lorenzo Cozzolino e Massimo Zedda (Pd), Claudia Zuncheddu (Psd'az), Gialeto Floris (Idv), Radhouan Ben Amara (Città promessa), e Claudio Cugusi (Prc-Se). «Particolarmente condivise dai cagliaritani sono le affermazioni secondo cui il Sant'Elia è un patrimonio che appartiene a tutta la Sardegna e ad ognuno di noi e non è possibile che la Giunta comunale accetti di rimuoverlo in questo modo». Da qui la richiesta al sindaco di promuovere «azioni che coinvolgano i cittadini nelle decisioni sul futuro dello stadio e accogliere la proposta di Riva di istituire una commissione imparziale che esamini i singoli aspetti prima di assumere qualunque decisione».
PATRIMONIO DA PROTEGGERE Un ragionamento, quello del centrosinistra, che parte dalla considerazione che il Sant'Elia «è un grande patrimonio economico, sportivo e anche culturale della città» (il valore attribuito all'impianto è di circa 56 milioni, mentre quello dell'area attigua è di 26) e che la sua eventuale inadeguatezza «è da addebitare alla responsabilità del Comune, e rappresenterebbe un grave problema da portare all'attenzione della Corte dei conti».
LA REPLICA La maggioranza ieri ha replicato con durezza parlando di una «patetica operazione trasformistica». Secondo Massimiliano Tavolacci (Udc), Alessandro Serra (An) e Claudio Tumatis (Lavoro e Quartieri) «fingono di dimenticare che per mesi hanno sostenuto, nei lavori della commissione Urbanistica e col voto conclusivo in Consiglio Comunale, i contenuti del Master Plan per il recupero del quartiere di Sant'Elia predisposto dalla Regione attraverso lo studio di Rem Koolhaas, che in tutte le ipotesi progettuali prevede la demolizione del vecchio stadio per la cementificazione dell'area che darebbe il via a una speculazione edilizia. Addirittura», aggiungono Tavolacci, Serra e Tumatis, che sostengono di parlare anche per conto del resto del centrodestra, «in una delle soluzioni indicate e sottoscritta col voto dal centrosinistra è prevista l'estensione degli interventi edificatori anche all'area in concessione allo stesso Riva, area per la quale recentemente il Consiglio Comunale ha approvato un ordine del giorno per la realizzazione di impianti sportivi polivalenti a carattere sociale. Inoltre lo stesso Master Plan proposto da Renato Soru prevede la demolizione del vecchio stadio per la realizzazione di uno nuovo senza peraltro indicare possibili fonti di finanziamento».
«Oggi i consiglieri del centrosinistra propongono soluzioni conservative. Perché non lo hanno fatto quando in tutta fretta hanno spinto per la sottoscrizione dell'Accordo di Programma? Perché non hanno chiesto lo stesso coinvolgimento della cittadinanza sul Betile e l'ex Manifattura Tabacchi? L'opposizione», aggiungono i consiglieri della maggioranza, «tenta solo di bloccare la realizzazione di progetti concreti anche rinnegando le proprie scelte. Noi, invece, abbiamo sempre affermato che il recupero di Sant'Elia passa anche attraverso la valorizzazione della vocazione sportiva della zona. Del resto», concludono, «avevamo tre possibilità: ristrutturare lo stadio o realizzarne uno nuovo, a Sant'Elia o altrove, con un investimento insostenibile per il Comune. Abbiamo scelto la soluzione più conveniente. È vero», concludono, «che perderemmo il valore del vecchio Sant'Elia, oggi certamente inferiore ai 56 milioni indicati nell'inventario patrimoniale, ma ne acquisiremmo un altro».
REFERENDUM SENZA SENSO Per Raimondo Perra e Francesco Ballero, i consiglieri socialisti che non la loro astensione hanno consentito l'approvazione dell'ordine del giorno alla prima votazione, «il Sant'Elia è il simbolo di una fase gloriosa per la Sardegna, come sostiene Riva, ma il mondo si trasforma. Il Consiglio comunale ha detto sì a uno stadio moderno, in linea con l'evoluzione del calcio, aderente ai bisogni degli atleti e dei tifosi. Per questo la proposta di un referendum non ha senso». (f. ma.)

03/08/2008