Vincenzo Onorato dal Villaggio Sandalion dà la ricetta per la salvezza dello scalo
L'armatore: stop alla Tirrenia, liberalizziamo il Sud Sardegna
L'armatore napoletano analizza la crisi dello scalo commerciale e il passaggio delle compagnie regionali della Tirrenia alle Regioni.
Fa caldo nel villaggio della Sandalion Cup, nel porto di via Roma. Il sole picchia forte e riscalda l'animo di Vincenzo Onorato, l'armatore napoletano che partecipa alle regate cagliaritane con il suo Mascalzone Latino. È un mare in tempesta: la salsedine è solo un piacevole contorno del suo amore per il capoluogo. Bastano due argomenti, Tirrenia e Porto canale, per fargli issare le vele delle polemiche.
IL PORTO CANALE L'armatore napoletano giura - mostrando una catenina appesa al collo - di avere per la città un amore senza confini, rafforzato dalla devozione per la Madonna di Bonaria. Per Onorato l'unica ricetta per salvare lo scalo commerciale cagliaritano da una morte che si avvicina con preoccupazione, e corrisponde a centinaia di buste paga in meno, è una sola: «Se la società concessionaria non offre valide garanzie è necessario rifare la gara internazionale di affidamento». Per l'armatore di Mascalzone Latino bisogna fare in fretta, perché i passivi di bilancio possono diventare devastanti e, soprattutto, le liste dei disoccupati rischiano di crescere esponenzialmente. «Sono passati oltre 40 anni da quando la mia famiglia hanno inaugurato il rimorchiatore Tenace destinato al Porto canale. Vedevamo un futuro. Ma niente, il porto non parte. La situazione è paradossale, lo scalo è al centro del Mediterraneo in una posizione ideale per i traffici marittimi». Di contro aumentano i costi. «Ogni anno i nostri rimorchiatori fatturano 700 mila euro, ma solo di stipendi spendiamo un miliardo e 200 milioni di euro. Cosa dobbiamo fare, licenziare 25 dipendenti?».
LA TIRRENIA La nave per Civitavecchia ha appena mollato gli ormeggi e sfila di fronte al molo che ospita il Villaggio. Onorato fa un balzo. «Ecco cosa offre la compagnia napoletana: delle bagnarole. In nome della continuità territoriale lo Stato concede 200 milioni di euro alla Tirrenia. Oltre il 50 per cento del fatturato della compagnia campana, che non supera i 370 milioni di euro. Quei soldi - continua Vincenzo Onorato - vengono investiti nel Nord Sardegna, dove non c'è monopolio e la concorrenza va contrastata, mette le navi nuove. Qui al Sud navigano le più vecchie e disastrate. Faccio una domanda ai sardi: siete contenti della Tirrenia?».
ANDREA ARTIZZU
02/08/2008