Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Addio a Raffaele Garzia, il presidente

Fonte: L'Unione Sarda
18 novembre 2010

Si è spento nel sonno a 87 anni nella sua casa di via Tigellio uno degli ultimi potenti democristiani
Pochi giorni fa aveva confessato ai figli: «Sono arrivato alla fine»
Garzia viveva da solo nella sua casa di via Tigellio con un assistente filippino. Aveva 87 anni. Il funerale sarà celebrato oggi alle 15 a Sant'Anna.
Di una cosa, si vantava. «Mai ricevuto avvisi di garanzia». E per un uomo che ha gestito il potere per sessant'anni è un record. «Raccomandazioni sì, a centinaia, reati mai, non prestavo il fianco».
Raffaele Garzia se n'è andato nella notte tra martedì e mercoledì. «È morto nel sonno, l'abbiamo trovato ieri mattina con un libro in mano, un dito tra le pagine a tenere il segno, il viso rilassato e sereno», racconta in lacrime Mario, uno dei sette figli.
Da qualche mese si sentiva stanco: «Forse sono arrivato al capolinea», aveva confessato ai figli. Anni fa lo avevano operato al cuore ma da qualche mese la sua valvola mitralica aveva ripreso a funzionare male. E non era più operabile. «Ma va bene così», diceva rassegnato. Dieci giorni fa aveva avuto problemi di respirazione, ma si era ripreso.
Garzia viveva da solo nella sua casa di via Tigellio con un assistente filippino. Aveva 87 anni e da quattro si era dimesso dalla presidenza della Fiera, l'ultima delle sue numerose cariche. Negli ultimi anni si occupava della gestione del suo patrimonio immobiliare, seguiva a distanza le aziende di famiglia, giocava a bridge e coccolava gli 11 nipoti e i tre pronipoti.
CARRIERA LUNGA Nato il 22 dicembre del '23, a vent'anni era già laureato in giurisprudenza. È stato tra i fondatori dell'azione cattolica, segretario provinciale della Dc, versante doroteo, consigliere comunale, due volte deputato. Padrone per trent'anni dell'associazione cagliaritana dei commercianti («attaccato alla poltrona? Sono loro che mi eleggono, evidentemente vado bene»), ha governato da numero uno l'Ersat, la Camera di commercio e il Cis. In viale Diaz ha regnato per 16 anni, dal '90 al 2006 ed è stato nei consorzi industriali di tutta la Sardegna
POTERE VERO Rampollo di una famiglia della borghesia cagliaritana di imprenditori, Raffaele Garzia è stato un potente vero. Uno poco incline al compromesso, rigido, autoritario. Non sprecava nulla, a casa e nei luoghi pubblici che frequentava. «Mi considero un servitore dello Stato», ha sempre detto, «di quelli che studiavano».
Dice di aver difeso la Fiera dall'assalto dei palazzinari. «Gli appetiti c'erano, quell'area l'abbiamo blindata», garantiva. «Ha creduto nel turismo congressuale, ci ha lasciato un palacongressi bello e redditizio», ricorda Benedetto Etzi, ex ragioniere capo dell'ente assurto alla carica di direttore generale. «Ieri, qui, piangevano in molti», riferisce.
«AUTORITARIO» «È stato un padre molto severo, ma giusto», dice di lui Mario. «Ci ha trasmesso i valori dell'onestà, della lealtà e dell'appartenenza alla famiglia». E anche la Dc lo era. «Eravamo gente seria, presentabile, non come quelli di ora e infatti anche oggi che siamo vecchi la gente ci tratta con rispetto», amava dire.
Non ha mai voluto fare il sindaco («non fa per me, non sono per la politica così attiva»), nemmeno quando era certo di avere un pacchetto di 20 mila voti: «Preferenze, non voti di scambio», teneva a chiarire. Da deputato contribuì a far nascere la chimica nell'Isola. E assieme alla chimica se n'è andato. Il funerale sarà celebrato oggi alle 15 nella chiesa di Sant'Anna.
FABIO MANCA

18/11/2010