Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Fitti concordati, famiglie nei guai

Fonte: La Nuova Sardegna
12 novembre 2010



Marisa Depau: «Le cifre pattuite per le case popolari sono troppo alte»



CARO CASA Diminuiscono i canoni dell’11 per cento ma negli alloggi Iacp i canoni elevati provocano sfratti

ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. Dramma imminente per dieci famiglie di via della Pineta sotto sfratto da parte del Comune: il canone concordato anche per le case popolari si è rivelato un favore ai privati e un capestro sui bisognosi. Come aveva predetto Marisa Depau, consigliere comunale.
Nei guai probabilmente abbastanza presto si troveranno anche le venti famiglie di via Malfidano che hanno già cominciato a non pagare un affitto il quale, abbinato alla quota di condominio, porta via dal bilancio familiare anche più di 700 euro al mese. Stessi canoni in via Corsica, nel blocco delle ultime case della graduatoria comunale che sono rientrate nel patto a canone concordato, lo strumento pensato per tutt’altro mercato: quello delle abitazioni sfitte di proprietà privata.
Il patto nel comune di Cagliari è tuttora in vigore e sembra più un’arma per far danno piuttosto che uno strumento per calmierare il mercato degli affitti a vantaggio di tutti i cittadini, compresi quelli che non hanno titolo per chiedere un alloggio popolare, ma non nuotano nell’oro. Così Marisa Depau: «Questi accordi, che si stipulano tra Comune e sindacati, a Cagliari lo ha siglato solo la Cisl, fitti anche piuttosto alti. Non ha funzionato granché perché pochi privati si adeguano a questo patto: non c’è convenienza - continua Depau -. Si poteva non pagare l’Ici, per esempio, che poteva essere di 200 euro l’anno: ma quale padrone di casa ha convenienza a risparmiare 200 euro l’anno su una casa quando questa, ai fitti correnti, gliene può fruttare di più di questa cifra e ogni mese? Il punto è che il patto a canone concordato l’hanno applicato alle case popolari, col risultato che prendendo in affitto una casa da 70 euro al metro quadro, se l’alloggio è di 100 metri quadri ecco che si arriva a un fitto mensile di 700 euro. E c’è anche un’altra grande penalizzazione - denuncia ancora Marisa Depau -: mentre un cittadino privato che affitta un appartamento secondo la legge 432 che eroga contributi ai privati (con certi requisiti) per l’affitto della casa, gli inquilini delle case popolari da questa legge sono esclusi. Ecco perché siamo arrivati allo sfratto. Tante volte abbiamo denunciato questa situazione, e adesso il problema è scoppiato».
Intanto (lo rende noto l’agenzia giornalistica Agi) «affittare casa è diventato meno caro: nel primo semestre del 2010 il canone medio in Italia è calato dell’1,9 per cento, con picchi del 3 per cento in caso di abitazioni con garage. Lo rivela uno studio realizzato da Nomisma insieme a ‘Solo affitti’. La riduzione dei costi - si continua - è stata più evidente a Cagliari, Genova e Napoli, mentre si sono mosse in controtendenza Ancona, Trento e Roma, che hanno registrato gli incrementi maggiori. Il capoluogo sardo ha messo a segno una flessione da record, con i prezzi che nei primi sei mesi dell’anno sono stati mediamente più bassi del 10,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2009».
La crisi economica, probabilmente, è riuscita dove strumenti come il patto dei canoni concordati non ha prodotto risultati ma è riuscito, in compenso, a mettere in difficoltà famiglie che facevano parte di una graduatoria di persone di non agiate condizioni. E’ utile un raffronto col resto d’Italia: «Il calo a Genova è stato dell’8,3 per cento, e a Napoli del 7,6; Bari ha registrato ribassi nell’ordine del 6,6 per cento e Bologna del 6. Meno evidente la riduzione di prezzi a Milano (-1,1 per cento), Venezia (-1,2) e Firenze (-1,4). Quanto ai prezzi, la capitale batte Milano: 987 euro il prezzo medio per un appartamento arredato in affitto a Roma e 957 euro a Milano».