Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

A spasso i lavoratori che hanno pulito il quartiere di S.Elia

Fonte: L'Unione Sarda
1 agosto 2008

Protesta Sta per scadere il contratto

Due mesi fa sono stati ingaggiati dalla Regione per ripulire il loro quartiere dai rifiuti, ma tra pochi giorni si ritroveranno nuovamente senza un lavoro perché il contratto col quale sono stati assunti è in scadenza e non prevede possibilità di rinnovo. Protagonisti di questa vicenda venti giovani disoccupati di Sant'Elia che negli ultimi due mesi hanno trascorso gran parte delle loro giornate a raccattare rifiuti e a curare i giardini per conto della società Geoparco. «Abbiamo lavorato sodo», afferma Francesca Feboli, 36 anni, «e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Se oggi il nostro quartiere è più pulito il merito è anche nostro, per cui non è giusto che il nostro rapporto di lavoro debba cessare. È vero che ci sono altri giovani da impiegare nello stesso servizio e che si sta facendo una turnazione, ma è altrettanto vero che nel quartiere c'è ancora tanto da fare».
Dunque, l'obiettivo non è “rubare” il lavoro a quei disoccupati che attendono di subentrare: gli operai vorrebbero affiancare i nuovi assunti. «Per questo chiediamo di essere stabilizzati o per lo meno di poter continuare a lavorare per un periodo di tempo maggiore». Lo spettro della disoccupazione si materializzerà tra una settimana, il 7 agosto, ma loro non ci stanno, anche perché la maggior parte ha una famiglia da mantenere: non vogliono rivolgersi ai servizi sociali. «Ma perché dobbiamo chiedere assistenza», domanda Ivana Zizi, «se siamo perfettamente in grado di lavorare?».
Alcuni hanno gravi situazioni familiari alle spalle; altri hanno precedenti penali e sono stati in carcere. «Con questo curriculum tutt'altro che lusinghiero chi ci prenderebbe mai a lavorare?», domanda Paolo Mocci, 38 anni. Ivana Zizi, portavoce del gruppo insieme a Francesca Feboli, è la più amareggiata. «Finalmente eravamo riusciti ad ottenere un'occupazione dignitosa. Grazie a questo contratto, avevamo dato una svolta positiva alla nostra vita e adesso logicamente non vogliamo più tornare indietro. Ritrovarsi senza lavoro è tremendo».
Certo lo stipendio non è quello di un professionista, visto che si tratta di novecento euro al mese. «Ma ci consente almeno di campare onestamente e di mantenere le nostre famiglie». I lavoratori sono terrorizzati dall'idea di perdere il posto e si appellano al presidente della Regione Renato Soru affinché la scadenza dei contratti sia posticipata. «Sappiamo che a settembre deve subentrare un nuovo gruppo di giovani, ma noi abbiamo già dimostrato di essere seri, volenterosi e capaci. Accantonarci oggi non sarebbe giusto visto il grande impegno col quale abbiamo svolto il nostro servizio».
PAOLO LOCHE

01/08/2008