Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

In funzione il nuovo forno per le cremazioni

Fonte: L'Unione Sarda
2 novembre 2010

San Michele. Costato 426 mila euro, consentirà di riprendere l'attività dopo tre anni di stop

Con la cremazione delle prime due salme, ieri ha incominciato a lavorare il nuovo forno del cimitero di San Michele.
Costato 426 mila euro e in linea con le più recenti normative in fatto di emissioni atmosferiche, consentirà di incenerire quattro cadaveri al giorno mentre quello precedente, dismesso tre anni fa dopo un'ispezione dei carabinieri del Nucleo antisofisticazioni, poteva soddisfare solo una richiesta quotidiana.
«In questa prima fase non entreremo a regime perché dobbiamo testare i corretti livelli di emissione dei fumi in atmosfera. Funzioneranno a pieno ritmo all'inizio del 2010», informa Roberto Montixi, direttore della struttura di San Michele.
A regime, il nuovo impianto consentirà di soddisfare le crescenti richieste dei cagliaritani in fatto di cremazione. I numeri, del resto, sono in continua crescita: nel 1999 finirono nei forni 55 salme, nel 2008 sono state superate le 250 unità. «Ma in precedenza non eravamo in grado di soddisfare tutte le richieste», spiega Montixi. «Cremavamo una salma al giorno per 5 giorni, ma spesso facevamo attendere i familiari per qualche giorno. Ora saremo in grado di garantire 7-800 cremazioni all'anno».
LA PROCEDURA Per essere cremati la legge prevede che il defunto quand'era in vita abbia manifestato per iscritto o verbalmente la sua volontà. Ad autorizzare la cremazione deve essere lo stato civile del Comune e solo presentando quel documento la procedura inizia. «Ma con il nuovo forno chiederemo ai familiari un'altra cautela: ci devono dichiarare se il defunto ha all'interno del corpo materiale metallico come placche per fratture, protesi o by pass cardiaci o coronarici», spiega il direttore del cimitero. «Ce lo impongono le norme sullo smaltimento».
La procedura di cremazione dura circa due ore. Le ceneri, poi, possono avere tre destinazioni: possono essere restituire ai familiari, che hanno l'obbligo di tenerle in casa all'interno di un contenitore sigillato oppure essere collocate in un'apposita ala del cimitero o nell'ossario. In altri paesi esiste una quarta opzione: la dispersione in mare. «Ma servirebbe una specifica legge da parte della Regione, che al momento non esiste».

30/10/2010