Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sul Lirico lo spettro del commissario

Fonte: L'Unione Sarda
29 ottobre 2010

Teatro. Comune e Regione tardano a scegliere i loro consiglieri, proroghe in scadenza
Una settimana di tempo per nominare cda e soprintendente
Polemiche tra i sindacati: Uil da una parte, Cgil, Cisl, Css e Snater dall'altra. Oggi possibili manifestazioni.
Se tra una settimana non saranno indicati i consiglieri di amministrazione che a loro volta dovranno riunirsi per nominare il soprintendente, il Teatro lirico rischia di essere commissariato.
Quello che sino a pochi giorni fa sembrava un epilogo ipotetico e lontano, acquista sempre più consistenza visto che il sindaco ha ottenuto due nomi dal ministero (il direttore generale del Cacip Oscar Serci e il consigliere comunale Maurizio Porcelli) ma non ha ancora nominato i consiglieri di amministrazione in quota Comune (nonostante abbia ricevuto le candidature) né la Regione ha indicato i suoi due rappresentanti. E siccome il 5 novembre scadono i 45 giorni di proroga concessi al sovrintendente uscente, Maurizio Pietrantonio (e al direttore artistico pro tepore Hubert Soudant), se entro quella data non arriverà il successore il commissariamento sarà la strada obbligata.
TEMPI STRETTISSIMI «Aspetto che la Regione mi dia i suoi nomi, poi decido», dice Emilio Floris, svelando in trasparenza un puzzle politico difficile da comporre. In sintesi: la Giunta regionale dovrebbe nominare, tra i due, Felicetto Contu, sino ad oggi consigliere in quota Comune, lasciando Floris libero di indicare due nomi: uno di sua fiducia, che come preannunciato dal presidente della Fondazione sarà Antonello Arru, presidente della Fondazione Banco di Sardegna - partner fondamentale per garantire soldi privati che compensino parzialmente la copiosa emorragia di fondi pubblici (2,6 milioni in meno quest'anno, almeno altrettanti nei prossimi due anni) - e uno da pescare tra i 12 nomi giunti all'ufficio di gabinetto del sindaco dopo il bando pubblico di tre settimane fa.
Ieri le nomine non erano all'ordine del giorno della Giunta regionale e questo non fa che aumentare l'apprensione e le pressioni dei sindacati che da oltre un mese presidiano il teatro e oggi, in occasione della serata di gala per la finale del premio letterario Alziator, insceneranno proteste più eclatanti.
POCHI PRETENDENTI La verità è che per gestire un teatro sino a qualche anno fa accreditato di grande prestigio e dunque appetito da molti, non c'è la fila. Anzi. La crisi attuale, la certezza di ulteriori dolorosi tagli nei prossimi anni da parte di Stato, Regione e Comune, l'elevata conflittualità sindacale, le prospettive di un impoverimento della programmazione e le difficoltà del tessuto economico che rendono ancora più difficile che in passato reperire risorse private, prefigurano serie difficoltà per il prossimo vertice del teatro. Chiunque arriverà sa che si troverà puntati addosso molti fucili, sa di avere molte probabilità di diventare vittima sacrificale. «Tutti i teatri italiani cercano salvatori», ripete Francesco Stochino Weiss, l'operatore teatrale che voci (poi smentite) davano interessato al Lirico.
UIL ALL'ATTACCO Ieri, al termine di un'assemblea degli iscritti, la UilCom ha diffuso una nota che analizza la crisi nazionale delle Fondazioni liriche, ribadisce la sfiducia all'attuale dirigenza, critica il sindaco «che assieme a Mauro Meli ha lasciato in eredità un pesante debito patrimoniale» e stigmatizza il comportamento di Cgil, Cisl, Css e Snater che chiedono un bando per la nomina del nuovo soprintendente e del direttore artistico e subordinano a questa condizione l'apertura di una trattativa. «Noi tuteliamo il teatro e i lavoratori», attacca il segretario generale Tonino Ortega. «Non è compito del sindacato entrare nel merito delle scelte dei vertici, che spettano ad altri organi, né di sponsorizzare chicchessia, ma pretendiamo da chiunque gestirà il teatro un cambiamento a 360 gradi».
SINDACATI SPACCATI Dura la replica dello Snater: «Esprimere suggerimenti e orientamenti di carattere politico gestionale è prerogativa indiscutibile del sindacato», replica Cristiano Barrovecchio. «La proposta del bando per l'individuazione del nuovo sovrintendente», aggiunge, «recepisce gli orientamenti della legge Bondi e mira solo alla ricerca delle migliori figure imprenditoriali di comprovata e specifica esperienza, i cui curricula saranno poi messi al vaglio del nuovo consiglio di amministrazione». La conclusione del leader dello Snater è una staffilata che allarga le crepe tra i sindacati. «Non si comprende né si condivide la nuova linea portata avanti dalla segreteria UilCom ne tanto meno le sue “lezioni” di politica sindacale».
GLI SCENARI Ma che cosa accadrebbe se il teatro venisse commissariato? Chi arrivasse (spesso prefetti o vice) potrebbe mettere in pratica la legge Bondi e trattare il nuovo integrativo con i sindacati, annullare cariche onerose e privilegi, fare una programmazione minima sulla base dei fondi in cassa. Accade a Catania e Bologna e sino a poco tempo fa accadeva a Genova, un teatro in crisi e con i dipendenti in cassa integrazione.
FABIO MANCA

29/10/2010