Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Traffico e cortei, Cagliari «città-trappola»

Fonte: L'Unione Sarda
25 ottobre 2010

Oggi in un vertice sindaco e prefetto fisseranno nuove regole per i manifestanti. Floris: «Giusto protestare ma basta caos e violenza»

Dentro e sotto il palazzo del Consiglio regionale, da giorni resiste il presidio del movimento dei pastori sardi, ormai disperati, pronti in qualsiasi momento a invadere nuovamente Cagliari per cercare di farsi sentire. Ieri mattina, poi, scortati dai vigili urbani, sono arrivati in via Roma anche un centinaio di abitanti di Capoterra che, a due anni dall'alluvione, hanno marciato per chiedere alla Regione più sicurezza per il territorio. In contemporanea, sul tetto della stazione ferroviaria di piazza Matteotti, proseguiva la protesta dei dieci lavoratori senza stipendio della Geas, guardati a vista dai vigili del fuoco che hanno chiuso la strada.
LA CITTÀ IN OSTAGGIO Risultato? Cagliari è al collasso. Ormai da giorni, il succedersi di manifestazioni, sit-in, proteste e cortei, sta causando il tracollo sistematico della circolazione nelle principali strade del capoluogo. E se ieri mattina il borderò della Questura segnalava tre manifestazioni in contemporanea, nei giorni scorsi si è arrivati addirittura a cinque. «Cagliari capisce le difficoltà delle categorie produttive» assicura il sindaco Emilio Floris, «ormai la città ospita sempre più spesso manifestazioni, anche numericamente importanti. Proteste che hanno creato e creano disagi a cittadini e commercianti. Ma i cagliaritani si sono sempre mostrati tolleranti».
Floris ha ancora in mente la protesta dei pastori di martedì scorso, culminata cariche delle forze dell'ordine che in città non si vedevano da anni. Ma ancora ieri, pur senza violenze e incidenti, per gli automobilisti anche il semplice tentativo di attraversare la città è diventato un'impresa. Le strade del centro erano una gigantesca trappola con in più l'effetto domino: cercando percorsi alternativi per andare a lavoro, il traffico dei pendolari ha ingolfato anche viale Marconi e l'Asse mediano. «Penso che chi manifesta» conclude Floris, «debba sempre avere come obiettivo quello di sensibilizzare la gente verso le proprie ragioni, mai introdurre elementi di disordine o di caos».
VERTICE IN PREFETTURA Oggi il sindaco incontrerà il prefetto Giovanni Balsamo per fare il punto sulla situazione. Dopo gli scontri di martedì sotto il Consiglio regionale c'è chi ha proposto di applicare in modo più severo le ordinanze già in vigore che limitano le manifestazioni nel capoluogo. Per ora solo un'ipotesi. «Sicuramente c'è stato un incremento di manifestazioni» conferma il prefetto, «legato ad alcune vertenze pendenti. Cagliari è il capoluogo della regione e, per sua natura, gode di onori e oneri perché è il riferimento della politica, delle istituzioni e del governo di tutta l'Isola. È indubbio che siano aumentati i disagi, sebbene non ci troviamo in situazioni così gravi come quelle che si registrano in altre città, una fra tutti Roma. I cittadini di Cagliari sono tolleranti, come tutto il popolo sardo, ma sicuramente qualcosa di utile si può fare». Da qui l'appuntamento di oggi. «Si cercherà di programmare meglio le iniziative» conclude Balsamo, «fissando bene i percorsi ed evitando che gli assembramenti invadano le altre strade. Contemperare insomma le esigenze di visibilità di chi manifesta con quelle di chi vie e lavora in città».
IL SINDACATO DI POLIZIA Intanto, ieri pomeriggio il Sap (Sindacato autonomo di polizia) è intervenuto sui disordini di viaRoma. «Ringraziamo tutti i cittadini, ed in particolare gli automobilisti» dice il presidente Antonello Caria, «perché, ancora una volta, hanno dimostrato un grande spirito di solidarietà e di tolleranza verso i manifestanti, sopportando pazientemente i gravi e prolungati disagi derivanti dagli imbottigliamenti e dalle lunghe code createsi nelle strade della città». E sui manifestanti: «Al di là delle appartenenze ed al gioco dei diversi ruoli svolti nella vita sociale, comprendiamo benissimo le ragioni della protesta dei pastori sardi, non foss'altro perché tra i tanti sardi in divisa molti sono figli o nipoti di pastori».
FRANCESCO PINNA

23/10/2010