Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stadio, via libera del centrodestra

Fonte: L'Unione Sarda
30 luglio 2008

Consiglio. Mandato al sindaco di stipulare una convenzione con il Cagliari calcio entro il 30 settembre. Floris prudente
La maggioranza accelera, l'opposizione: «Non c'è fretta»
Il sindaco incontra Rem Kolhaas, l'architetto olandese che ha elaborato il progetto di restyling di Sant'Elia per conto della Regione. Floris: «Nessun progetto si realizza in solitudine».

Tra i banchi dell'opposizione c'è chi definisce la proposta del Cagliari calcio al sindaco «una solenne porcheria e pure mal scritta» (Cugusi, Prc), chi ritiene «che non si possa trattare con un moroso» (Zuncheddu, Psd'Az) e chi invita a «non prendere decisioni affrettate dopo che si è temporeggiato per anni» (Ninni Depau, Pd). E c'è anche chi, nella maggioranza, obietta che «se dessimo lo stadio al Cagliari la Corte dei conti ci chiederebbe di risponderne patrimonialmente» (Bistrussu, Riformatori).
VIA LIBERA CON 19 SÌ Niente che non fosse ampiamente previsto. Infatti alla fine di un dibattito prevedibilmente lungo, passa (con 19 sì e tre astenuti, Bistrussu e i due consiglieri socialisti, che hanno manifestato il sostegno al progetto) l'ordine del giorno della maggioranza che impegna il sindaco a porre in essere gli atti di competenza «al fine di stipulare una convenzione con il Cagliari calcio per la costruzione di un nuovo stadio». Un via libera «condizionato» che contiene una differenza politicamente sostanziale rispetto al documento concordato col sindaco nel corso di due riunioni di maggioranza (l'ultima ieri prima della seduta): nel primo di parlava di approvare gli atti «con sollecitudine» in quello votato a fine serata «entro il 30 settembre». Una data più categorica, che coincide con quella indicata dal Cagliari calcio e che dà il senso della volontà della maggioranza di chiudere in tempi brevi la partita dopo anni di attendismo. Una fretta che il centrosinistra interpreta, ovviamente, con sospetto.
OPPOSIZIONE BOCCIATA Ritirato invece l'ordine del giorno dell'opposizione che sollecitava sindaco e giunta a coinvolgere la città, ad avviare un confronto ai diversi livelli istituzionali, a tener presente l'obiettivo primario della valorizzazione del proprio patrimonio prima di avviare processi di privatizzazione (lo stadio attuale, ricorda il centrosinistra, vale poco meno di 54 milioni di euro), a utilizzare, eventualmente, un bando pubblico di gare ed a risolvere prima il contenzioso con il Cagliari al fine di riaffermare il principio di legalità a tutti gli aspetti della gestione.
LE CONDIZIONI DEL CENTRODESTRA Il documento approvato contiene le undici condizioni che la maggioranza pone al sindaco: che venga costituito un diritto di superficie a tempo determinato a favore del Cagliari calcio; che siano autorizzate attività di ristorazione funzionali allo svolgimento degli eventi sportivi e culturali e attività di promozione della società; che sia predisposto un quadro economico che garantisca l'utilità per l'amministrazione comunale, anche attraverso la richiesta al Cagliari calcio di effettuare a proprie spese la demolizione del vecchio stadio; che il Cagliari calcio si faccia carico degli oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria; che sia previsto che alla fine del rapporto concessorio la società restituisca al Comune l'impianto in piena efficienza; che il concessionario metta a disposizione gratuitamente l'impianto per manifestazioni di proprio interesse per un numero di giornate prestabilito; che si provveda ad una transazione per risolvere le pendenze economiche; che si richieda al concessionario di utilizzare personale locale per la realizzazione dell'opera; che la squadra possa giocare al Sant'Elia finché non si costruisce il nuovo impianto; che nell'area oggetto della concessione sia autorizzata la sola costruzione dell'impianto sportivo anche se risultassero ulteriori volumetrie concedibili. Una cautela, quest'ultima, finalizzata a mettere a tacere voci su possibili e presunte speculazioni immobiliari.
VOGLIO IL NUOVO STADIO Un sospetto che nessuno, tuttavia, ha palesato durante la discussione. Aperta con un'interrogazione del Pd, che chiedeva al sindaco, tra l'altro, se avesse già inopportunamente preso impegni col Cagliari calcio per conto del Consiglio, che fine hanno fatto i crediti con il Cagliari calcio e quale sarebbe stato il destino delle due delibere approvate dall'Aula a febbraio del 2007 con le quali si ipotizzavano un investimento da parte del Comune per un nuovo stadio e un concorso internazionale di idee per la riqualificazione dell'area. Per Emilio Floris è l'occasione per chiarire la sua posizione: «Sì al nuovo stadio, ma dopo un chiaro mandato della maggioranza e dopo aver valutato, con l'ausilio dei legali, tutti i complessi aspetti giuridico-amministrativi connessi alla realizzazione dell'opera». Quanto ai crediti vantati dal Comune, «sarà un tecnico nominato dal tribunale a valutare crediti e debiti ed a stabilire chi ha ragione». Floris ha anche detto che il Comune valuterà se chiedere al Cagliari de demolire il vecchio Sant'Elia o se lasciarlo in piedi, «magari ristrutturandolo e riconvertendolo» ed ha auspicato il dialogo con la Regione perché «niente si fa in solitudine» e perché «il nuovo stadio sarà parte integrante della nuova Sant'Elia». Proprio questo eccesso di prudenza del sindaco ha indotto la maggioranza a inserire nell'ordine del giorno una scadenza più categorica.
L'INCONTRO CON KOLHAAS Di stadio e dintorni il sindaco ha parlato prima della seduta consiliare con Rem Kolhaas, l'architetto olandese che ha elaborato il progetto di restyling di Sant'Elia per conto della Regione. Uno studio che ha previsto, tra le numerose ipotesi, la costruzione, nell'area dove dovrebbe sorgere lo stadio, di una «striscia di abitazioni» che si estenderebbe in direzione via Rockefeller sino al confine con lo stagno di Terramaini. Un'idea che confligge con quella del Comune, che realizzerebbe le case in aree attigue a quelle già edificate, ma sulla quale «occorrerà dialogare».
IL DIBATTITO Il dibattito è andato secondo le previsioni. Con la maggioranza determinata ad accelerare i tempi e il cui pensiero è sintetizzabile nelle parole dell'Udc Massimiliano Tavolacci, presidente della Commissione urbanistica: «È ora di decidere adesso», ha spiegato, «ma non a qualunque condizione, non senza riflettere, non senza garanzie. Ma con la consapevolezza che finalmente ci siano le condizioni per realizzare quel desiderio che troppi aspettano da lungo tempo. Una città che si rimette in moto anche attraverso un simbolo che diventa segno di nuove cose da fare». Una fretta che per Ninni Depau, capogruppo del Pd, è ingiustificata dopo anni di dibattiti infruttuosi: «Non facciamoci condizionare dal fatto che sia arrivata una proposta. Ragioniamo, riflettiamo, valutiamo, facciamo i conti. E questo non significa rinviare all'infinito».
Tra maggioranza e opposizione, i socialisti Raimondo Perra e Francesco Ballero. «Condividiamo l'ordine del giorno della maggioranza e se ci fosse stato tempo l'avremmo integrato con nostre proposte. L'opposizione intende rimandare il problema all'infinito. Noi siamo perché Cagliari abbia un nuovo stadio. Anzi», chiarisce Perra, «vorremmo un sindaco più decisionista».
FABIO MANCA

30/07/2008