Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tanti colori, poesie, filastrocche e la giostra magica di Gianni Rodari

Fonte: La Nuova Sardegna
18 ottobre 2010

PER I BAMBINI



DANIELA PABA

CAGLIARI. Il notturno fantastico prende forma all’ExMa, protagonisti bambini, organizzatori e ospiti del festival Tuttestorie. Trasfigurato, della stessa materia di cui sono fatti gli incubi, l’edificio centrale ospita la mostra interattiva «Non si vede un cubo», oscuro percorso che, attraverso indovinelli e disegni, conduce a cubi neri, abitati da ombre, orribili mostri e cieli stellati. Tra scienza e leggenda il laboratorio con Lara Albanese, Francesca Brunetti e Antonella Gasperini conduce alla scoperta delle Storie dei cieli del mondo: una palla di polistirolo per fare il mondo e una bacchetta plasmabile per il gigante Orione, così l’unica costellazione visibile da entrambi gli emisferi prende forma tra le mani dei bambini mentre si racconta loro la storia che l’accompagna.
Nel cortile c’è la giostra Rodari «che punta all’incanto» spiega Antonio Catalano, che l’ha progettata e costruita, mentre riordina grandi libri illustrati sugli scaffali che affollano la piattaforma girevole piena di macchine strampalate. Il giostraio matto è un grande attore di teatro, tra i fondatori del Magopovero, dei Giancattivi, è stato anche Crotone nei Giganti della montagna di Leo de Berardinis. Ora costruisce universi fantastici e li abita con i bambini che incontra nella sua strada «Nell’anno di Rodari ho deciso di dedicargli una delle mie giostre - racconta - ho costruito tutto a mano, pezzo a pezzo, mettendo qui e là qualche citazione, come questi telefoni, e il pane che pende dal cielo, perché il padre di Rodari era un panettiere e il mio pure. Ho chiesto ai miei amici scrittori Bruno Tognolini, Giusi Quarenghi, Pietro Formentini, Francesca Amat di realizzare qualcosa e ognuno a suo modo mi ha dato un segno» e mentre lo dice, tira fuori un libro oggetto dipinto che contiene tante scatole di tutte le fogge, dipinte e piene di sorprese.
«Quello che cerco è la relazione, la sapienza delle mani. I nostri padri che erano artigiani, sapevano fare tutto. In un’epoca di costruzioni ed elettronica i bambini restano incantati nella cucina laboratorio di un mago pazzo questo è il paradosso».
La prima giostra l’ha costruita per la Biennale di Venezia, ma è anche artigiano di Armadi sensibili nei quali entrare, Nonne sirene, Cappelli dei meravigliati «Appena mi sono liberato del concetto di teatro ho realizzato che potevo fare tutto, come l’artista rinascimentale: scrivo canzoni le so cantare, suono l’eufonio in una banda, costruisco Musei sentimentali per bande. Dove m’invitano costruisco Mondi fragili con quello che trovo sul posto e li abbandono lì». Oggetti poveri e raffinati dell’artista che vuole parlare alla gente «Perché mi costringe a cercare la semplicità in modo profondo».
Dedicata a Rodari e alla sua Grammatica della fantasia, c’è anche, alla tenda Tic tac, un’affollata bisca con tanto di valigia di giochi da tavolo e tessere di legno, inventate apposta per prendere «10 in Fantastica», costruendo delle storie.