Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Come un melodramma A Cagliari va in scena una crisi annunciata

Fonte: La Nuova Sardegna
18 ottobre 2010





Gli effetti dei tagli decisi dal ministro Bondi e i bilanci in rosso: opere sostituite dalle versioni orchestrali

WALTER PORCEDDA

Come in un melodramma. Al Comunale va in scena il balletto delle responsabilità mentre il Lirico, travolto dai doppi tagli del ministro Bondi, con un bilancio già risicato, rischia di collassare nell’indifferenza generale. E una crisi annunciata diventa ora anche caso nazionale dopo l’articolo pubblicato giorni fa da «Il Corriere della Sera», dove Paolo Isotta si interrogava sui motivi delle dimissioni del direttore artistico Massimo Biscardi (una lunga carriera alle spalle: «18 anni in cui ho lavorato benissimo» dice il maestro) provocate da un intervento del Sindaco Emilio Floris, a capo della Fondazione, che chiedeva ancora sacrifici. Con Biscardi che non ci sta a «sovrintendere a un teatro costretto a una programmazione “fatta in casa”». E quindi se ne va. Insomma, come suggerisce il «Corriere» una sorta di «ingiunzione» nata - va ricordato - dai tagli ministeriali (2,6 milioni di euro) per uscire fuori da una difficile situazione o ci sono altre motivazioni che sfuggono all’umana comprensione? Prime fra tutte l’attuale stato di tensione con i lavoratori dello stesso Lirico. Proprio giorni orsono i sindacati, alla vigilia della scadenza degli organismi, sono scesi sul piede di guerra chiedendo l’allontanamento di chi ha diretto sinora l’Istituzione, a cominciare dal Sovrintendente Maurizio Pietrantonio («L’attuale gruppo dirigente della Fondazione non deve essere confermato» si legge in una richiesta sottoscritta da Cgil, Cisl, Cisal, Snater e Css).
Presa di posizione giunta dopo l’annuncio - in realtà avvenuto solo attraverso comunicati perché è stata annullata all’ultimo minuto la tradizionale conferenza stampa di presentazione della stagione - della cancellazione delle opere liriche, «Fidelio» e «Don Pasquale» (mentre la «Cenerentola» di Rossini è stata eseguita senza allestimento scenico) che nei fatti mette a rischio sessanta precari che da anni lavorano all’interno della stessa struttura.
La mina del Lirico, finora in sordina sul piano politico, rischierà di esplodere nelle prossime settimane. Anche perché - Biscardi è stato sostituito provvisoriamente da Henri Soudant, su richiesta di Pietrantonio - ai primi di novembre andrà rinnovato il consiglio d’amministrazione, prima tappa per un eventuale percorso virtuoso per salvare lavoro e istituzione. A cominciare dalla qualità delle proposte, tali da garantire un pubblico che finora ha risposto con fiducia. E domani?
Nel frattempo a sollevare il problema sul piano politico è una mozione urgente sul «grave rischio di smantellamento del Lirico» rivolta l’altro giorno a sindaco e assessore alla Cultura dai consiglieri comunali Massimo Zedda (Sel) e Claudia Zoncheddu (Rossomori), in cui si chiede un impegno in tempi brevi di primo cittadino e assemblea di farsi portavoce presso il ministero sugli «effetti devastanti arrecati dai tagli» e in concerto con le altre amministrazioni, Regione in testa, di evitare, attraverso un piano di risanamento che «lo smantellamento di questa istituzione diventi realtà, a danno della cultura e dei trecento posti di lavoro che essa ha finora garantito».