Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Da rifiuti a oggetti d'arte: rinascono i mobili dimenticati

Fonte: L'Unione Sarda
18 ottobre 2010

Sino a domenica l'associazione Mea espone alla Vetreria


L'associazione Mea raccoglie vecchi oggetti abbandonati e li fa diventare veri pezzi d'arte, come poltrone o sedie antiche ma anche tavolini, televisori in bianco e nero e lampade anni '80.
Un puff fatto di pezzi di stoffa colorata, un tavolino costruito con i libri o un televisore decorato con perle, strass e piume. Tutti oggetti d'arte moderna che nascondono il loro passato. A crearli, o meglio a ridargli vita, sono tre signore: Marilena Motzo, la sorella Antonella ed Emma Castaldi che con l'associazione Mea raccolgono oggetti dimenticati, abbandonati o soltanto vecchi e li ammodernano, rendendoli unici come può esserlo un oggetto d'arte.
LA MOSTRA Sino a domenica prossima è possibile vedere molte delle loro creazioni alla Vetreria di Pirri. Un mondo nuovo dove anche una cassetta di frutta o un televisore in bianco e nero possono diventare belli e soprattutto utili. «Nelle strade della città si trovano talmente tante cose abbandonate ma in buone condizioni», sottolinea Antonella Motzo. «Dai tavolini alle lampade, a volte anche sedie antiche e di valore magari da restaurare». Un tavolino viene ad esempio ridecorato con schegge di ceramiche «che a volte compriamo e a volte troviamo: Monte Urpinu è una miniera d'oro». Ogni oggetto viene poi battezzato con i nomi più spiritosi. E così si trovano “Mago Merlino” (una sedia di quasi 200 anni che ricorda appunto il cappello del mago), il puff “Anacleto” (l'assistente dello stregone) e “L'eleganza del riccio” (il puff simbolo della manifestazione).
LA STORIA L'idea è nata 5 anni fa a Marilena Motzo, ex insegnante di disegno, dopo il ritrovamento di una vecchia poltrona in una casa di famiglia. «Non sapevo cosa farne e l'ho messa da parte», racconta, «dopo qualche tempo l'ho ripresa in mano e l'ho decorata con stoffa colorata, con un drappo laterale e con nuovi cuscini». Oggi questo oggetto è il pezzo principale della collezione, battezzato con il nome di “Calzato e vestito”, con delle grandi orecchie d'asino nello schienale. In pochi giorni, molti degli oggetti esposti alla Vetreria sono stati comprati. A facilitare la vendita anche i prezzi accessibili: si va dai 50 euro in su. «Spesso non ci guadagnamo, ma miriamo a coprire i costi», aggiunge Emma Castaldi. Per il futuro l'associazione Mea mira a coinvolgere anche giovani lavoratori. «Cucire, ad esempio, è un lavoro molto laborioso e lungo e se ci viene commissionato un oggetto occorre tagliare i tempi», dice Marilena Motzo, «per questo pensavo di parlare con il preside dell'istituto tecnico femminile, da cui provengo, dove ci sono buone professionalità che potrebbero aiutarci e noi potremmo contribuire alla loro formazione».
ANNALISA BERNARDINI

18/10/2010