Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il museo finito nel mirino della “cricca”

Fonte: L'Unione Sarda
15 ottobre 2010

l'inchiesta


I soldi delle Grandi opere, per il G8 e per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Nel calderone dei finanziamenti pubblici sui quali aveva messo le mani la “cricca” del ministero dei Lavori pubblici c'era anche il Betile. La circostanza emerge dagli atti trasmessi a metà giugno dal Ros alla procura del capoluogo toscano: a gestire un tesoretto complessivo da un miliardo di euro (comprensivo dei finanziamenti messi a disposizione anche per i mondiali di nuoto e il G8 a La Maddalena) c'erano Angelo Balducci, ex presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, e i suoi collaboratori Fabio De Santis, Maria Pia Forleo ed Enrico Bentivoglio.
La figura centrale nella questione sarda (con un'opera fortemente voluta dall'ex governatore Soru e dall'ex premier Romano Prodi, che vincolò la concessione di fondi all'Isola proprio al finanziamento del museo del Betile) è quella di Maria Pia Forleo: dalle carte dei magistrati fiorentini emerge che era lei a controllare la pratica dell'appalto per la costruzione dell'avveniristica struttura di Sant'Elia. Il fascicolo sul Betile è stato etichettato dal Ros come pratica “Museo mediterraneo dell'arte nuragica di Cagliari”: allegate ci sono anche le 13 richieste di invito alle gare d'appalto che Fabio De Santis aveva spedito ad altrettante imprese. Richieste che la procura sospetta essere solo una copertura, visto che in un file riservato i carabinieri hanno trovato un riferimento (che giudicano incontestabile) a una delle imprese romane vicine all'imprenditore Diego Anemone. Che, sempre secondo quanto ipotizzato nelle carte dell'inchiesta, si era già mosso per cercare la collaborazione di altre aziende sarde, da coinvolgere come sub-appaltanti.

15/10/2010