Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Io, da privilegiato a nuovo povero»

Fonte: L'Unione Sarda
5 ottobre 2010

Baby pensionato messo in ginocchio da scelte sbagliate e assegni di mantenimento

La storia di un ex militare e dei cinque figli che non vede più

Questa è la storia di un baby-pensionato da 1700 euro al mese (da molti considerato un privilegiato), al quale fanno da contraltare un “nuovo povero” e un padre separato che non vede i figli da nove mesi. Tre personaggi e un solo protagonista: un ex sottufficiale dell'Esercito di 47 anni, con una storia così intensa e piena di complicazioni da far invidia ai più cervellotici sceneggiatori.
IL RACCONTO «Eppure è così: vivo con 200 euro al mese, in una casa che divido con altre due persone. La mia ex moglie ritiene che i miei figli di 13 e 10 anni non possano essere ospitati qua. E non posso darle tutti i torti. Il risultato? Spesso non metto insieme il pranzo con la cena. E da gennaio scorso non vedo i bimbi, che abitano lontano». Storia di ordinaria povertà e di disagio ricorrente. Eppure a sentirla raccontare, attraverso anonimi fogli di carta ordinatamente ritirati in una cartella beige, ha dell'incredibile.
BASTA LAVORO «Vede, sono stato riformato tre anni fa, al rientro da una missione nel Kossovo. Lo Stato ha ritenuto che le mie condizioni fisiche fossero incompatibili con la permanenza in servizio, nell'Arma di Fanteria. Mi hanno dato una bella pensione: 1700 euro al mese, premio per 23 anni di servizio e molti impieghi operativi. Potevo considerarmi un privilegiato. Eppure allora sono iniziati i miei guai». Dal passato non sempre lineare del sottufficiale sono spuntati una compagna e tre figli, il più piccolo nato nel 1990. Bambini, nel frattempo diventati adolescenti, rimasti a lungo senza tutela e garanzie, secondo il Tribunale. Che, accolta la loro istanza, gli ha riconosciuto rispettivamente 230 e 200 euro al mese di contributo, a carico del padre inadempiente. Mantenimento che viene mensilmente “scontato” dall'assegno di pensione che l'ex militare riceve dall'Inpdad.
IL MANTENIMENTO «Dopo quella storia, terminata nel 1991, mi sono regolarmente sposato: un matrimonio dal quale sono nati due splendidi bimbi». Un legame durato dodici anni e interrotto nel 2007. Con conseguente crisi depressiva e caduta nel tunnel dell'alcol. «Mentre il Tribunale mi imponeva di versare altri 700 euro al mese (200 per la moglie e 500 per i due figli nati dall'unione regolarizzata) io ero ospite della comunità “La collina” di don Carlo Follesa, dalla quale sono uscito finalmente sobrio». Ora l'ex militare vive in una stanza presa a pensione nel quartiere di Is Mirrionis. «Me la paga il Comune, che dice di non poter fare di più. Sa perché non ce la faccio? Ai 1100 euro di alimenti che passo ai miei 5 figli e alla mia ex moglie ci sono da aggiungere i 300 euro mensili che verso a una finanziaria, per un prestito concessomi quando ero sposato. Fanno oltre 1400 euro. Per vivere me ne restano 200. Va da sé che non posso incontrare i bambini, perché non ho i soldi per andare da loro né posso pretendere che la madre li mandi qui da me, in una situazione così precaria».
IL COMUNE «Questo tipo di situazione è sempre più ricorrente - racconta la dirigente comunale Ada Lai, dalla quale dipende anche il settore dei Servizi sociali - certo che per una storia del genere si deve poter fare di più. Il Comune ha una casa protetta e accogliente nella quale possono essere ospitati gli incontri tra questo genitore e i suoi figli. E poi possiamo vedere se è possibile aiutarlo a trovare un lavoro, per integrare il reddito della sua pensione. In quanto all'aumento del contributo per l'alloggio non credo sia possibile, almeno in questa fase. Comunque il problema dei padri separati è veramente impellente: sempre di più l'esercito dei “nuovi poveri” è composto da loro».
ANTHONY MURONI

05/10/2010