Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Dipendenti viziati, situazione tragica»

Fonte: L'Unione Sarda
5 ottobre 2010

L'intervista. Le accuse e le ricette del direttore amministrativo Vincenzo Caldo


«Al Lirico se si lavora oltre la mezzanotte, anche se si finisce a mezzanotte e un minuto, si ha diritto a un giorno di riposo. Per gli straordinari si paga il 200% in più. C'è un elettricista che si occupa delle scene, uno che fa il cabinista e uno che fa il manutentore. E nessuno sconfina nelle competenze dell'altro. Negli uffici amministrativi gli impiegati fanno una sola cosa. E se si assentano li devo sostituire con un precario. Ecco perché diciamo ai dipendenti che per salvare questo teatro serve più flessibilità, che bisogna adattarsi alle plurimansioni, che serve un senso di responsabilità che non vedo. La situazione è tragica ed i sindacati lo sanno bene».
Vincenzo Caldo, direttore amministrativo del Teatro lirico, è uno dei manager di cui i sindacati hanno chiesto la testa. Non ha concluso il mandato («scado a luglio 2011) come il soprintendente Maurizio Pietrantonio e il direttore artistico Massimo Biscardi (in prorogatio per 45 giorni a partire dal 20 settembre) ma è «inadeguato a gestire una crisi così profonda».
ACCUSE INGIUSTIFICATE Dopo aver letto le accuse contenute in una nota di Cgil, Cisl, Uil, Snater e Css, ha deciso di replicare punto per punto. «Ci hanno accusato di aver fatto un'opera, “La Cenerentola”, che costa 700 mila euro. Non è vero: l'abbiamo fatta in forma di concerto per risparmiare su scene e personale aggiunto ed abbiamo chiesto agli artisti di dimezzarsi il cachet e l'hanno fatto. Quindi costerà 250 mila euro. Ci hanno accusato», aggiunge Caldo, «di aver esternalizzato la biglietteria senza una delibera del cda. Non è vero: siamo obbligati a fare bandi pubblici ma possiamo fare appalti temporanei per periodi brevi. E quello per la biglietteria scadrà il 31 dicembre e ci consentirà di risparmiare 205 mila euro».
I PRECARI «Ci accusano di non assumere i precari, che sino ad ora hanno sempre lavorato. Ma se ci hanno tagliato due milioni e 600 mila euro a fine luglio, a stagione progettata, ed abbiamo la certezza che lo Stato e il Comune ci taglieranno un ulteriore 30% l'anno prossimo mi spiegano i sindacati come posso assumere i precari che costano 50 mila euro ciascuno? Dicono di averci presentato una stagione alternativa per risparmiare e un piano triennale? Io non ho visto nulla, e nemmeno il sindaco, che ha incontrato i sindacati nei giorni scorsi. Invece scioperano e le garantisco che non ho ancora capito perché».
INTEGRATIVO DA CAMBIARE «Siamo disponibili a sederci attorno a un tavolo e ragionare su tutto, ma proprio tutto», conclude Caldo. «A cominciare dall'integrativo: ma le sembra normale, con la crisi che c'è, che se uno lavora oltre mezzanotte debba fare un giorno di riposo in più e se ho bisogno di lui devo chiamare uno da fuori? Le sembra normale», aggiunge il direttore amministrativo, «che i coristi ci chiedano un'indennità per indossare abiti di scena? È giusto avere tre elettricisti per fare il lavoro che potrebbe fare uno? Ecco perché diciamo che per salvare il teatro occorre prima di tutto un passo indietro del personale, come faremo noi riducendoci gli stipendi. Se non ci sarà, questo teatro non potrà salvarsi». (f.ma.)

05/10/2010