Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

E ora scoppia la guerra delle insegne

Fonte: L'Unione Sarda
4 ottobre 2010

Commercio. Conteggi sbagliati su una tassa considerata comunque ingiusta
La Confesercenti chiede la sospensione dei pagamenti
«Se nell'insegna di una macelleria si legge “carne e polli arrosto”, l'aggettivo viene conteggiato come una pubblicità».
«A qualcuno sono arrivati a chiedere anche dodicimila euro di tassa sulle insegne, calcolando anche ciò che non deve essere calcolato». Roberto Bolognese, presidente provinciale di Confesercenti, ha deciso di dichiarare guerra alle ingiunzioni di pagamento che stanno arrivando ai negozianti cagliaritani.
«Mettiamo a disposizione il nostro ufficio legale», informa, «poi faremo una convenzione con un professionista perché misuri, a costi contenuti, le insegne così da effettuare i conteggi corretti. Ma questa resta una tassa aberrante, come quella sull'ombra, perché non è legata ad alcun servizio o concessione. Il Comune deve accogliere le richieste dei commercianti e sospendere i pagamenti delle imposte sulle insegne per il 2009 ed il 2010».
Ieri, nel quartier generale dell'organizzazione, Bolognese ha ribadito la sua posizione al presidente della commissione Attività produttive, Paolo Casu, e ai consiglieri Ninni Depau ed Ettore Businco. In questi mesi, dopo il passaggio del servizio riscossione da Gesto ad Aipa, sono iniziate ad arrivare le richieste di pagamento. «Ci chiedono più di mille euro», protestano Valentina Loi e Angela Molica, titolari della 3A Assistence a Sant'Avendrace, «ci hanno conteggiato anche il cartellino degli orari e un poster che avevamo all'interno del negozio, considerato pubblicità perché dicevano fosse visibile dall'esterno». Ma di esempi ce ne sono a bizzeffe: dalle agenzie turistiche («conteggiano - dice Bolognese - come fosse un metro quadrato ogni singolo manifestino di viaggio»), agli alimentari («se nell'insegna di una macelleria si legge carne e polli arrosto - taglia corto Alberto Lai, titolare di Neon Europa e rappresentante dell'associazione italiana fabbricanti insegne luminose - le parole carne e polli rientrano nel conteggio dell'insegna, la parola arrosto viene conteggiata come pubblicità»).
L'associazione dei commercianti è pronta a far sentire la voce degli iscritti, contestando non solo le metodologie di conteggio ma anche l'esistenza stessa della tassa sull'insegna, considerata un salasso ingiusto. «Il Comune», accusa Ninni Depau, consigliere del Pd, «non ha una banca dati. Ce l'ha la Gestor, con cui però c'è un contenzioso da vari milioni di euro, dunque se l'è portata via. Per questo l'Aipa ha effettuato un nuovo censimento, generando questa situazione». Insomma, gli uffici comunali sembrano aver affidato tutto all'esterno e se, per ipotesi, l'Aipa dovesse cedere il servizio a un'altra società, chi subentra avrebbe il problema della banca dati che il Comune non ha. «A conti fatti», dicono i componenti della Commissione attività produttive, «stiamo parlando di qualcosa che si quantifica in tre milioni di euro». (fr.p.)

02/10/2010