Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I lavoratori del Lirico: «Ecco perché ci sarà uno sciopero»

Fonte: L'Unione Sarda
4 ottobre 2010

Per la prima di Cenerentola 


Sono andati dal sindaco, presidente della Fondazione, e gli hanno proposto due cose: di non confermare la dirigenza uscente e una rivoluzione della programmazione che consentirebbe, sostengono, di offrire una stagione sinfonica più ricca aggiungendo anche due titoli d'opera e facendo lavorare i precari. Ma Floris si è detto «impossibilitato» ad attuare l'auspicata «rivoluzione gestionale». Ed è per questo che i sindacati del Teatro lirico hanno confermato lo sciopero dell'otto ottobre in occasione della prima di Cenerentola ed hanno annunciato presìdi permanenti davanti al teatro e al box office.
Cgil, Cisl, Uil, Snater e Css, in una nota, ricordano di aver preannunciato a luglio il taglio di 2,6 milioni di trasferimenti statali che poi è stato confermato nei mesi successivi: «Se fossero intervenuti allora non si sarebbe arrivati a questo punto», attaccano. Avrebbero, cioè, fatto una programmazione meno onerosa e scongiurato un passivo di bilancio, il primo dopo sei pareggi consecutivi, che nella migliore delle ipotesi sarà di 1,8 milioni di euro. Come? «Pensando una stagione diversa, senza, ad esempio, la Cenerentola in forma di concerto che costerà circa 700 mila euro», spiega a nome dei sindacati Annalisa Pittiu, segretario della Fistel-Cisl. Che si chiede: «Ci si può permettere un solo titolo con costi così alti con un bilancio così?»
«Quello che risulta incomprensibile ai lavoratori», aggiunge Pittiu, «è che un teatro come quello di Cagliari sia arrivato a questa crisi malgrado le enormi potenzialità, il ridotto numero di lavoratori, il finanziamento sostanzioso della Regione, sei bilanci in pareggio e l'intero bacino di pubblico regionale».
Ma non è solo la programmazione, tagliata qualitativamente e quantitativamente, a preoccupare i sindacati. Ci sono, naturalmente, i circa 60 precari che «con la nostra controprogrammazione potrebbero continuare a lavorare come fanno da molti ani senza aggravare i costi e, anzi, con una stagione migliore» e c'è il problema dell'esternalizzazione della biglietteria, affidata al box office senza gara d'appalto e senza nessuna delibera del consiglio di amministrazione». Per Cgil, Cisl, Uil, Snater e Css si tratta di una scelta «irresponsabile», considerato che è stato inopinatamente deciso «un aumento del 30% del costo di biglietti e abbonamenti. Se ciò si tradurrà in perdita di incassi», denunciano, «perderemmo ulteriori finanziamenti». (f.ma.)

02/10/2010