Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il Comune rischia di perdere 80 milioni

Fonte: La Nuova Sardegna
29 luglio 2008

MARTEDÌ, 29 LUGLIO 2008

Pagina 1 - Cagliari


La realizzazione del nuovo stadio presuppone la rimozione del Sant’Elia e la cessione (gratuita?) di un’area di quasi quarantottomila metri quadri

La struttura sportiva preesistente ha un valore di oltre 53 milioni

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Il nuovo stadio potrebbe portare alla perdita di circa 80 milioni da parte del Comune. Secondo il recente censimento del patrimonio comunale, lo stadio di Sant’Elia è stato inventariato per un valore complessivo di 53 milioni e 767mila euro (di cui 39 milioni e 175mila come residuo e 14 milioni e 489mila come fondo). Poi c’è la valutazione dell’area richiesta dal Cagliari calcio (quasi 48mila metri quadri) per la realizzazione dell’impianto).
Lo stadio di Sant’Elia venne costruito negli anni Settanta, subito dopo la conquista dello scudetto. Nel 1990, per i mondiali del 1990, venne rimesso a nuovo. E nella scorsa consiliatura c’è stata la «messa a norma» della struttura e il rifacimento del manto erboso (tutto a carico del Comune).
Le proprietà patrimoniali complessive del Comune ammontano a 766 milioni, compresi i beni demaniali e quelli non vendibili. I dati, quindi, dicono che il Sant’Elia rappresenta una fetta importante delle proprietà municipali. Sino a qualche giorno fa, inoltre, il prefetto doveva rilasciare il certificato di sicurezza (che veniva richiesto dal sindaco ogni tre mesi). Ora non è più necessario: lo stadio è di nuovo «in sicurezza».
La premessa sull’attuale stadio è importante per inquadrare l’ipotesi di costruzione di una nuova struttura (proposta dal Cagliari calcio) in un’area vicina all’attuale stadio, che andrebbe, però, rimosso. Il che significherebbe la demolizione di un bene che ha una consistenza di quasi 54 milioni di euro. A questo discorso va aggiunto, come accennato, il valore dell’area per il nuovo impianto: quasi 48mila metri quadrati che gli uffici municipali hanno stimato poter costare tra i 26 e i 28 milioni. Cifra che, sommati al valore dello stadio, porta a circa 80 milioni. Questa, in sintesi la valutazione dei beni a cui l’amministrazione dovrebbe rinunciare, qualora accettasse l’ipotesi di nuovo stadio avanzata da Massimo Cellino, nella sua qualità di presidente della società dei rossoblu. Nell’ultima richiesta fatta dal Cagliari calcio non si parla di acquisizione del terreno come «diritto di superficie», ma di «cessione» dell’area. Pur non precisando - nella domanda - se questa andrebbe data in termini gratuiti o a pagamento, l’interpretazione che va per la maggiore in Giunta comunale aggiunge il predicato «gratuito».
Sull’altro piatto della bilancia c’è uno stadio, il San’Elia, che ha bisogno di un ampio restyling che gli uffici del Comune hanno valutato in quasi 40 milioni. Esistono, infatti, due ipotesi di delibera non ancora discusse in consiglio comunale (nè ritirate): una a favore della ristrutturazione, l’altra per un concorso di idee sul futuro dello stadio (come restaurarlo?, conviene farne un altro?, come recuperare i finanziamenti o coinvolgere i privati?). Delibere che non dicono, sia chiaro, che l’eventuale ristrutturazione debba essere a carico del Comune.
Nello stesso tempo il Sant’Elia viene «accusato» di essere figlio di una vecchia concezione (il campo è considerato distante dagli spettatori ed è «troppo grande»). In questa struttura possono starci oltre cinquantacinquemila persone (nell’ipotesi del nuovo, venticinquemila). L’attuale struttura, inoltre e come sottolineato più volte da Gigi Riva, è l’unica esistente in Sardegna in grado di ospitare manifestazioni calcistiche, e non, di carattere internazionale.
La proposta del Cagliari calcio prevede la costruzione del nuovo impianto (per un costo di circa trenta milioni) a carico della società, che si occuperebbe anche della rimozione del Sant’Elia (il cui costo è stimato, dagli uffici comunali, in due-quattro milioni).
Ma il bene-nuovo stadio di chi sarebbe? L’ipotesi, se il terreno fosse ceduto gratuitamente, è che resti di proprietà del Comune, che lo riavrebbe dopo una concessione pluridecennale (da decidere: cinquanta, sessanta, novant’anni...?).
Poi c’è un altro problema: quello delle garanzie che il Cagliari calcio dovrà dare per il credito sportivo qualora, come sembra, sia questa la fonte di finanziamento. Un discorso non ancora chiarito.