Ma l'Aipa, la società che gestisce le riscossioni, sostiene di limitarsi ad applicare le leggi
I commercianti infuriati: calcoli sbagliati e more spropositate
Differenti interpretazioni su insegne d'esercizio e insegne pubblicitarie. «E poi viene applicata una mora del 200 per cento».
Insegne pagate a cifre elevatissime, cartelle dell'anno scorso con maggiorazioni del 200%, conteggi sbagliati. Sono sul piede di guerra gli esercenti cagliaritani: quei tributi che devono versare non li convincono. A farsi portavoce della protesta è Alberto Lai, titolare di Neon Europa e rappresentante della Aifil (Associazione italiana fabbricanti insegne luminose). «Almeno il 30, 40% dei conteggi è sbagliato», sostiene.
LA VICENDA I problemi sono venuti fuori lo scorso anno quando la riscossione di questi tributi è passata dalla Gestor all'Aipa. Il vecchio gestore non ha passato l'archivio degli utenti al nuovo che ha così mandato in giro gli ispettori tra i circa cinquemila esercizi cagliaritani. E qui sono cominciati i problemi. «Sono state prese misure sbagliate e, spesso, si è confusa l'insegna d'esercizio con l'insegna pubblicitaria». La questione è molto tecnica: se l'insegna d'esercizio è inferiore ai cinque metri quadri il commerciante non paga. Altrimenti, se supera la misura stabilita, deve pagare per l'intera dimensione. Inoltre, capita frequentemente che le insegne portino anche il nome di prodotti venduti nell'esercizio (i bar, per esempio, che hanno il nome del caffè): i gestori la considerano insegna d'esercizio (quindi non sottoposta a tributi), per l'Aipa è, invece, insegna pubblicitaria.
I PAGAMENTI Altro capitolo è quello relativo alla riscossione dei tributi. «In passato, veniva inviata la cartella di pagamento. L'anno scorso, invece, non è arrivata. E, per il 2009, sono stati richiesti pagamenti con una mora del 200%», conclude Lai. E non si parla di pochi soldi: un'insegna di 6,50 metri paga 639 euro (la cifra è legata anche alla via in cui è l'esercizio); la maggiorazione del 200% fa scattare il totale a 1.944 euro.
LA RISPOSTA Nella filiale cagliaritana dell'Aipa nessuno parla ufficialmente («Dobbiamo ottenere l'autorizzazione dalla sede centrale»). Ma le risposte arrivano ugualmente. «Conteggi sbagliati? In quasi tutti i casi in cui c'è stato un ricontrollo è stata confermata la prima lettura». All'Aipa non hanno dubbi neanche sulla differenza tra insegne d'esercizio e pubblicitarie. «Seguiamo il dettato della legge». Le maggiorazioni? «Anche in questo caso, applichiamo le norme: la legge nazionale stabilisce una maggiorazione tra il 100 e il 200%, a discrezione dei comuni. Quello di Cagliari applica il 200». Perché allora tante differenze con il passato? «Forse, in passato, non venivano fatti controlli. E gli utenti si sono convinti di non dover pagare tributi, invece, dovuti». ( mar.co. )
28/09/2010