Claudia Dias alla Vetreria: pensieri fra scatole di cartone
Non è stato facile quest'anno per Rita Spadola allestire un programma di qualità come quello che ha segnato la decima edizione della rassegna MovimentInTempo conclusasi qualche giorno fa alla Vetreria di Pirri, nell'incertezza più completa dei finanziamenti pubblici e la riduzione del 20% annunciata da tempo a molti operatori culturali. Se il pubblico ha potuto assistere a produzioni presentate normalmente nei festival più prestigiosi (come Strata , firmata da Maria Donata D'Urso, approdata qualche giorno dopo alla Biennale Danza di Lione), lo si deve alla passione e al coraggio dell'organizzatrice, che di tasca ha sborsato non pochi soldi pur di assicurare al pubblico cagliaritano spettacoli di livello.
A chiudere una rassegna ridotta rispetto agli anni scorsi nel numero di appuntamenti, ma di interesse sempre alto per quanto riguarda i temi, è stato Das coias nascem coisas della giovane coreografa portoghese Claudia Dias, portato in scena da Marcia Lanca e Rui Silveira. Un lavoro che, attraverso decine di scatole di cartone, da aprire e chiudere, unire e separare, accostare l'una sull'altra fino a costruire ipotetiche muraglie, diventa un contenitore di riflessioni politiche e sociali, pensieri sulla vita e la morte, fatti realmente accaduti, rimandi storici. Per azzerare quasi del tutto, esternamente, i dinamismi più consueti della danza, a vantaggio di una presenza scenica di matrice teatrale, pur nell'evidenza di una consapevolezza coreografica manifestata con movimenti minimi e articolazione dei corpi nel tempo e nello spazio.
Un lavoro concettuale, politico e poetico al tempo stesso, preceduto la sera prima dalla performance di Alessandro Carboni Inverse power of wavelenghts , nata dopo una residenza creativa a Hong Kong. Un'installazione in progress con un filo conduttore: la trasformazione del paesaggio urbano, di grande impatto visivo. (ca. ar.)
28/09/2010