Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Stadio, Cellino vuole tutto gratis

Fonte: La Nuova Sardegna
28 luglio 2008

DOMENICA, 27 LUGLIO 2008

Pagina 1 - Cagliari


Il presidente del Cagliari calcio alza ancora una volta il tiro e chiede di non pagare l’area di cinque ettari del nuovo Sant’Elia

Il Comune dovrebbe rinunciare a circa 26 milioni di euro «Un’assurda irresponsabilità»

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Prima chiedeva tre ettari, ora quasi cinque. Prima si parlava di diritto di superficie, ora di cessione». Questi alcuni dei commenti che si percepiscono nel palazzo del Comune di via Roma in riferimento alle richieste del Cagliari calcio per la realizzazione di un nuovo stadio. Il rettore Pasquale Mistretta, quando sedeva sui banchi dell’assemblea municipale, parlò di consiglieri con la sveglia al collo, a comando, ogni volta che si discute del gioco del calcio e dintorni.
Oggi, di nuovo, sul piatto della bilancia c’è il futuro del Sant’Elia, dove si giocano le partite dei rossoblu, e l’eventuale costruzione di una nuova struttura. La proposta proviene da Massimo Cellino nella sua qualità di presidente del Cagliari calcio. E martedì prossimo in consiglio comunale si parlerà dell’ultima richiesta della società dei rossoblu in materia di stadio e dell’interrogazione del centrosinistra.
In questo momento le ipotesi del Cagliari calcio sono al vaglio degli avvocati del Comune, visto anche che la lettera del sindaco è stata vagliata dagli avvocati della società. Sembra, poi, che la questione sia diventato un problema legale e «non di scelte strategiche su una delle zone più pregiate della città», come commenta Gian Mario Selis (consigliere comunale del Pd e già presidente del consiglio regionale).
Di certo l’affermazione dell’allora rettore-consigliere Mistretta, sulla potenza del gioco del calcio, risuonano come un eco non ancora spento. «A me sembra - commenta Radhouan Ben Amara (Comunista d’Italia) - che ogni volta che si avvicina qualche tipo di elezione torni il problema dello stadio. Il presidente del Cagliari calcio ha già fatto, negli anni, una serie di proposte. Ogni volta modificando le richieste. Personalmente credo che Cellino, come presidente della società rossoblu, debba prima pagare i debiti col Comune se, come dicono gli uffici, li ha. Poi si discuterà. Ma credo che un impianto così importante come lo stadio debba sempre stare sotto l’ombrello del Comune».
Nella maggioranza le posizioni dissenzienti stanno diminuendo. Alessio Mereu (Riformatori) precisa che nella scorsa consiliatura aveva votato contro la cessione del diritto di superficie. «Ma allora - spiega - c’era in gioco uno stadio con tanto di centri commerciali. Oggi la proposta del Cagliari è diversa. E mi riesce più difficile dire di no». E la cessione del terreno? «Il presidente Cellino - continua - dice che se glielo si dà gratis, allora lo stadio ritornerà, dopo un certo numero di anni, al Comune. Se invece deve comprare l’area, allora l’impianto resterà suo».
L’opposizione, però, pone «un altro problema - continua Selis - ed è quello del “che cosa si vuole fare” di tutta quell’area. Prima si apra un tavolo di trattativa con la Regione, si riprenda il discorso dell’accordo di programma su Sant’Elia e si tracci il futuro della zona. Poi si deciderà dello stadio. A suo tempo, quando si lottava per rompere l’isolamento col rione Sant’Elia, come movimento dicevamo che uno stadio (dove è stato poi costruito con tutti i parcheggi) avrebbe non solo ingessato un’area molto pregiata, ma creato una barriera di separazione col rione. E così è, poi, avvenuto».
Nel discorso sul nuovo stadio non va dimenticato che il preesistente andrebbe rimosso. E questo toglierebbe alla Sardegna, come ha ricordato più volte Gigi Riva, l’unica struttura olimpica in grado di ospitare manifestazioni, calcistiche e non, di carattere internazionale. In Comune, intanto, hanno fatto due conti e stimato in 26-28 milioni il valore dell’area (di circa 48mila metri quadri) richiesta dal Cagliari calcio in cessione (si presume gratuita). «Il presidente Cellino afferma che la società dispone dei soldi per realizzare la nuova struttura - commenta Ninni Depau (capo gruppo del Pd) - ma questi saranno forniti dal credito sportivo. In questi casi, però, c’è il problema della fideiussione che richiede la banca: sull’immobile e sul terreno. E se l’area è del Comune, sarà coinvolta anche l’amministrazione».
Il problema centrale, però, sottolinea Marco Espa (Pd), «non è Cellino, che fa il suo mestiere, ma quello del Comune che, prima pecca di immobilismo e poi, di colpo, sembra che faccia derivare tutto dalla decisione sullo stadio».