Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cagliari, la capitale dei rumori di fondo

Fonte: L'Unione Sarda
28 luglio 2008

Inquinamento acustico: il picco di decibel toccato in via La Vega e via San Benedetto
Valori simili a Milano e Napoli, pronto un piano di controllo
Uno studio della Provincia dividerà la città in sette zone: ognuna avrà dei limiti di inquinamento da rispettare.

Ci sono le frenate e le accelerate continue di fronte al semaforo. Magari con un colpo di clacson. Poi c'è il cantiere di un nuovo palazzo in costruzione. Oppure l'impianto di aerazione del ristorante vicino. Un miscuglio di rumori che si fonde e diventa un sottofondo costante. Di giorno, come di notte.
E in quanto a decibel, generati dal traffico e dalle normali attività di una città che conta 160 mila abitanti, il centro di Cagliari raggiunge tranquillamente i livelli di metropoli decisamente più caotiche come Milano e Napoli.
La zona più rumorosa? In via La Vega, le misurazioni fatte qualche anno fa dalla Provincia hanno registrato un inquinamento sonoro preoccupante: 77,5 decibel durante il giorno, 70,7 di notte. Per intenderci: nel centro di Napoli i valori sono quasi identici (77,4 giorno, 71,8 notte), mentre a Milano sono addirittura inferiori (73,5 e 71,4. Fonte: Corriere della Sera/Legambiente). Si sta meglio in via San Benedetto e via Roma. E anche - nonostante bar e locali notturni - in piazza Yenne. Ma il sottofondo difficilmente scende sotto il muro dei 70 decibel.
Ecco perché Rosaria Congiu, assessore provinciale all'ambiente e difesa del territorio, parla di un «quadro acustico compromesso». A colpire, sono soprattutto i livelli di frastuono notturno: «sono valori molto alti, in particolare nel centro, per colpa del traffico».
Ma il ronzio costante della città che vive, si muove e pulsa come tutte le metropoli mondiali, può minacciare la salute: «Abituarsi al rumore di fondo vuol dire perdere la sensibilità dell'udito».
Così la Provincia, dopo aver fatto un primo monitoraggio tra il 2002 e il 2003, sta portando avanti uno studio che dividerà Cagliari (insieme agli altri comuni dell'hinterland) in varie zone: in ogni area ci sarà un tetto massimo di decibel da non superare. Lo dice una direttiva europea (la 49 del 2002), e nel resto del Vecchio Continente e dell'Italia le amministrazioni si stanno adeguando. Lentamente, ma lo stanno facendo.
E noi? «Cagliari ha bisogno, come gli altri comuni dell'area vasta, di un risanamento acustico: bisogna agire sul traffico e sulle altre sorgenti di rumore. Ogni Puc deve essere integrato con un piano del traffico, che deve tenere conto anche di questi fattori».
E così in futuro si avrà una divisione in sette zone: dalla prima (definita “particolarmente protetta”, accostabile al centro storico) dove le emissioni non dovranno superare i 45 decibel di giorno e 35 di notte, alla settima (industriale) con limiti massimi più alti.
Le soluzioni? «Riduzione del traffico, controllo su bar e locali notturni e verifica delle licenze edilizie. Ma a fare tutto questo sarà il Comune. Il mio assessorato invece sta aspettando dalla Regione i fondi per monitorare le zone e stabilire quante persone riguarda l'inquinamento acustico».
Un problema che il resto dell'Europa ha già preso di petto. A Goteborg, in Svezia, hanno sperimentato un bitume mescolato a granelli di gomma, che ha ridotto di circa 7 decibel il rumore del traffico. In Olanda, (dove il Governo ha stanziato 90 milioni di euro) hanno predisposto un programma minuzioso: gomma sui binari del tram, asfalto con camere d'aria e materiali porosi in grado di abbattere di 12 punti il frastuono congenito delle metropoli. Valencia sta seguendo un percorso simile. E, senza andare troppo lontano, anche Pisa ha scelto di asfaltare le proprie strade con materiali fonoassorbenti.
MICHELE RUFFI

27/07/2008