Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Una catena umana antinucleare

Fonte: La Nuova Sardegna
23 agosto 2010

DOMENICA, 22 AGOSTO 2010

Pagina 2 - Cagliari

Ieri mattina al Poetto cinquecento persone si sono prese per mano da Marina Piccola al D’Aquila per dire «no» a insediamenti nell’isola

CAGLIARI. Tutto è iniziato con alcuni messaggi in facebook: «Andiamo al Poetto e facciamo una catena umana antinucleare». Poi come d’incanto ieri la spiaggia è diventata un cordone fatto di grandi e piccini, ma tutti uniti nel dire «no» al nucleare.
Simone Spiga, Gianfanco Carboni e Roberto Copparoni, alcuni dei promotori dell’incontro del comitato antinucleare, si sono ritrovati ieri mattina al Poetto. Poi con l’aiuto di un megafono hanno spiegato ai bagnanti quello che volevano fare: creare una catena umana da Marina Piccola sino al D’Aquila, per testimoniare in modo visivo il loro «no» al nucleare in Sardegna. Recentemente, infatti e nonosntate un referendum abrogativo abbia a suo tempo detto «no» al nucleare, il governo ha deciso di puntare di nuovo su questa forma di produzione energetica. Poi tra i vari siti possibili indicati dall’amministrazione, è spuntata anche la Sardegna. L’isola infatti, per le sue caratteristiche geologiche (è una terra in cui non ci sono terremoti in quanto molto antica e non interessata a movimenti di faglie) è considerata un luogo in cui una struttura nucleare può essere al sicuro. Ma da parte dei sardi c’è stata una reazione unanime. Anche da parte della Regione. poi la creazione di un Comitato.
Ieri mattina i promotori dell’iniziativa in pochi minuti hanno mobilitato almeno cinquecento persone che da Marina Piccola hanno formato una catena umana sino al D’Aquila. Un «modo per dire - spiega Carboni - che noi in Sardegna non vogliamo il nucleare. Oltre a essere una scelta assurda, è anche controproducente dal punto di vista energetico. Mettere in funzione una centrale di questo tipo implica una preparazione e un lavoro che complessivamente dura dai quindici ai venti anni».