Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Addio al sardo dei sardi»

Fonte: L'Unione Sarda
18 agosto 2010


Il cordoglio dei presidenti Cappellacci e Lombardo

«La nostra Isola resta orfana di un punto di riferimento, di un uomo orgogliosamente sardo, di cui certamente avrebbe avuto bisogno per affrontare le sfide che la attendono». In vacanza prima dell'inizio del difficile confronto sul nuovo assetto della Giunta, Ugo Cappellacci commenta con toni formali la notizia della scomparsa del presidente emerito della Repubblica.
«Abbiamo perso un protagonista della politica nazionale, un uomo delle istituzioni e un grande presidente della Repubblica», ha detto il numero uno della Regione. «La scomparsa di Francesco Cossiga addolora profondamente il popolo sardo, che per settimane ha trepidato per la sua salute. Resteranno i suoi insegnamenti, la sua combattività, il suo grande amore per la patria sarda e per quella italiana».
Per il presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo , «si è spento un grande sardo. L'ex presidente della Repubblica sarà ricordato non solo per essere riuscito a raggiungere le massime cariche istituzionali dello Stato, ma per le sue doti umane, per il suo spirito critico, per la sua dialettica diretta, per la sua sensibilità che gli ha fatto mettere sempre la Sardegna tra le sue priorità. La scomparsa del presidente Francesco Cossiga», ha proseguito la massima rappresentante dell'assemblea legislativa, «è una perdita enorme per tutti i sardi. Ci ha lasciato oltre che un grande politico, che ha dato lustro alla nostra terra, anche un grande uomo che non ha mai dimenticato i problemi della Sardegna». Lombardo esprime naturalmente anche il «cordoglio più sincero alla famiglia del senatore a vita da parte mia e del Consiglio regionale. Sono certa», ha aggiunto, «che il suo ricordo resterà indelebile».
Ketty Corona , assessore regionale agli Affari generali, ha conosciuto bene Cossiga: «È stato sempre molto affettuoso con me ed è stato un grande amico di papà (l'ex Gran maestro della massoneria Armando, ndr) anche nei momenti bui della sua vita. Quando gli altri sparivano, lui c'è sempre stato, e questo dimostra la grandezza dell'ex presidente: un uomo che ha sempre avuto il coraggio delle sue amicizie. Ricordi personali? Ce ne sono tanti ma sono, appunto, personali, dunque riservati».
Emilio Floris definisce il senatore a vita «il sardo dei sardi». Anche il sindaco di Cagliari lo ha conosciuto quand'era un ragazzo. «Era amico di papà (Mario, re delle cliniche private e politico democristiano di lungo corso) e con lui ho sviluppato un'amicizia personale durata molti anni. Mi ha sempre dato consigli utili e disinteressati. Più di una volta», ricorda, «è venuto a Cagliari e quando ci incontravamo chiedeva agli uomini della scorta di allontanarsi. Diceva: “voi andate che mi accompagna l'amico Emilio”. Passeggiavamo e mi riempiva di aneddoti, di battute, di racconti e consigli». Floris ricorda la sua costante attenzione per le battaglie della sua isola, non solo su grandi temi come l'autonomia, l'industria, le miniere, ma anche su mille piccole cose: «Ogni volta che c'era una necessità non faceva mancare il suo interessamento e portava risultati concreti. Al figlio Giuseppe, mio caro amico, e alla famiglia il cordoglio più sentito». (f.ma.)

18/08/2010