Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tuvixeddu, il tunnel che mai si farà

Fonte: L'Unione Sarda
16 agosto 2010

Stop al collegamento tra via Cadello e via San Paolo. Campus: «Incomprensibile»

La strada bloccata dal nuovo vincolo dei Beni paesaggistici

Già spesi quasi tre milioni di euro per realizzare il tunnel che collega via Cadello a canyon di Tuvixeddu.
Un piccolo rettilineo a quattro corsie segue sotto terra il profilo di via Castelli. Poi una leggera curva verso destra, nel ventre del colle di Tuvumannu, porta verso via Is Maglias: il primo lotto dell'asse di collegamento tra via Cadello e via San Paolo finisce qui. Contro una parete di calcare che sbarra la strada al tunnel. Un sottopassaggio che avrebbe dovuto alleggerire il traffico delle auto - migliaia - che si spostano dalla zona degli ospedali verso viale Trieste e la zona ovest della città. Uno stop a sette metri di profondità che assomiglia già a un'incompiuta, ipotesi ancora più vicina dopo che il direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici Maria Assunta Lorrai ha dichiarato «l'interesse culturale storico e artistico» del canyon di Tuvixeddu. In sintesi: vincolando lo scavo fatto negli anni Settanta dalla Italcementi, non potranno vedere la luce la seconda (attraversamento del canalone fino a via Falzarego) e la terza (proseguimento fino a via San Paolo) tranche del progetto. A meno che non si pensi a una variante del disegno originale, contenuto nell'Accordo di programma del 2000, già approvato da Sovrintendenze e uffici vari.
LO STOP In realtà i cantieri si sono fermati ben prima dell'ultimo decreto. «Il vincolo regionale sulla necropoli impediva già il proseguimento delle opere», racconta Paolo Zoccheddu, dirigente comunale dell'area Gestione del territorio. L'autorizzazione paesaggistica, dieci anni fa, c'era. Ma le autorizzazioni di questo tipo durano cinque anni, e quando si trattò di chiedere un altro nulla osta, Elio Garzillo - predecessore della Lorrai - diede un parere negativo. Nonostante il Comune avesse speso quasi tre milioni di euro e nonostante la Gecopre - impresa che stava eseguendo i lavori - avesse già chiesto i danni per il blocco dei cantieri. In tutto cinque milioni di euro. «Un importo che potrebbe aumentare, e tanto, se la strada rimarrà in questo stato», dice Zoccheddu. La possibile soluzione, sarebbe una «mitigazione dell'impatto paesaggistico», che tradotto significa: «Coprire la strada che attraverserà il canyon e realizzare su questa copertura una pista ciclabile o un percorso verde».
«VINCOLO INCOMPRENSIBILE» L'assessore comunale all'Urbanistica Gianni Campus parla di «vincolo incomprensibile» e «strano, visto che arriva a dieci anni di distanza dall'Accordo di programma». Oltretutto, senza strada, si metterebbe una - definitiva - pietra tombale su tutto il progetto di Tuvixeddu: «Non è un semplice asse tra via Cadello e via San Paolo: erano previsti collegamenti con il quartiere di Sant'Avendrace, il colle di Tuvixeddu e i palazzi da realizzare a Tuvumannu. Faremo ricorso contro questa decisione». Ancora: «Non capisco quale interesse pubblico venga tutelato con il vincolo: il canyon è uno scavo recente, negli anni Cinquanta ancora non esisteva, e non si è pensato che questa decisione la pagheranno i cittadini di Cagliari, perché il contatore dei danni correrà ancora più veloce». Inoltre, una vera tutela sarebbe ancora più difficile: «L'intervento prevede la messa in sicurezza dei costoni, che ne hanno bisogno. Senza strada, questo non accadrà». La strada poi diventerebbe sempre più necessaria «in vista di una chiusura al traffico di piazza D'Armi».
LEGAMBIENTE Il presidente regionale di Legambiente valuta invece il vincolo come «un grande passo avanti verso il giusto riconoscimento e la valorizzazione di un compendio, come più volte segnalato, che “costituisce un unicum di fondamentale importanza per Cagliari perché rappresenta il segno di un'attività mineraria dell'uomo, oggi scomparsa”». Canyon e catino (l'area centrale del colle, dove era prevista la costruzione di alcune villette) racchiuderebbero «valenze archeologiche, paesaggistiche e storico culturali tali da meritare l'istituzione di un grande Parco, ora anche minerario».
VERDI Per restare nell'ambito ambientalista, i Verdi di Cagliari lamentano invece un abbandono generale di Tuvixeddu, dove i cantieri sono fermi ormai da oltre due anni: «Tutta l'area è ricoperta da erbacce e diverse tombe sono prive di idonea protezione. I continui rinvii dell'apertura del Parco archeologico, che da anni risulta ultimato, stanno generando sfiducia nelle istituzioni. Le strutture a causa del non uso e della mancata manutenzione sono diventate fatiscenti». In particolare, «tutte le passerelle dei camminamenti dei percorsi del parco realizzate in legno sono inservibili e i supporti metallici ossidati. Chi pagherà il ripristino dei luoghi?». Anche le tombe puniche rischiano: «Le sepolture dietro il villino Serra sono piene di rifiuti di ogni genere, e in alcune di esse vi abitano delle persone senza fissa dimora». Benvenuti a Tuvixeddu.
MICHELE RUFFI

14/08/2010