Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Viale Merello, nuovi cartelli. Anzi no

Fonte: L'Unione Sarda
11 agosto 2010

Traffico. Piazza d'Armi vietata a bus e mezzi pesanti. Legambiente contro Coimpresa

Lunedì cambia il senso di marcia. Automobilisti disorientati

Le modifiche alla viabilità tra via Is Maglias e viale Merello sono in vigore o no? Il dubbio è lecito. Lunedì, infatti, nel crocevia è comparsa una nuova segnaletica che impone lo stop ai mezzi provenienti dalla parte alta di viale Merello e vieta la svolta a sinistra verso piazza d'Armi a quelli che arrivano da via Is Maglias, ma l'ordinanza è stata firmata solo ieri e prevede, per giunta, che le prescrizioni entrino in vigore lunedì prossimo, 16 agosto. Un errore? In Comune nessuno lo ammette. Ieri mattina l'ingegner Domenico Marras, sostituto del dirigente Sergio Murgia (in ferie), ha parlato di “problemi organizzativi” precisando che la nuova segnaletica non è ancora in vigore. «I cartelli saranno oscurati», ha detto. Fino a ieri sera, però, la nuova cartellonistica era ancora ben visibile.
L'ALTRA VERSIONE L'assessore al Traffico, Maurizio Onorato, ha successivamente fornito una versione diversa. «Sotto Ferragosto le imprese non lavorano», ha detto, «per cui gli operai sono stati inviati in anticipo per realizzare una nuova segnaletica che dev'essere comunque già rispettata, a prescindere dai tempi fissati dall'ordinanza». La rivoluzione ha colto di sorpresa anche i conducenti dei pullman di linea e lunedì si è reso necessario l'intervento dei vigili per consentire ai mezzi provenienti da via Is Maglias di girare verso piazza d'Armi.
MEZZI PESANTI L'ordinanza del sindaco Emilio Floris ha introdotto anche limitazioni per i mezzi pesanti (sopra le 3,5 tonnellate) che da lunedì prossimo non potranno più passare in piazza d'Armi. «Per i nostri mezzi», annuncia il direttore del Ctm Ezio Castagna, «abbiamo già individuato percorsi alternativi». L'obiettivo è limitare il traffico in piazza d'Armi dopo l'allarme crolli lanciato dalla Protezione civile e dalla Prefettura. «Tutto questo», recita una nota di Legambiente, «non fa che confermare quanto stiamo denunciando da tempo. Motivo per cui continuiamo a dichiararci contrari a nuovi insediamenti che insistano sul colle di Tuvumannu, come quelli previsti dal progetto Coimpresa».
PAOLO LOCHE

11/08/2010