Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Maura Grussu, attrice poliedrica «È il pubblico a darmi energia»

Fonte: La Nuova Sardegna
9 agosto 2010

Un repertorio che va da Eleonora d’Arborea alla Madonna



CAGLIARI. È lunghissimo e convinto l’applauso che sigilla la performance di Maura Grussu nel cortile del Ghetto. La prima attrice di «Fueddu e Gestu» ha appena finito di dare vita ad alcune sue interpretazioni (in Alientu, Carenas, Miele amaro, Il quaderno di don Demetrio, Nur, Eleonora e altri). Il pubblico la festeggia e lei risponde a qualche domanda, dopo una breve premessa.
«Oggi mi è stato affidato il compito di rappresentare tutta la compagnia, ho cercato di farlo», minimizza. «Sono stata bene, avevo dentro molta energia da esprimere».
Che cosa è cambiato in questi ultimi anni - chiede uno - nel rapporto con il pubblico e con le istituzioni? «Le istituzioni non sono state generose con noi - risponde Maura -. Posso dire di non avere mai incontrato amministratori veramente illuminati, con una sola eccezione: Concetta Sangermano, attuale assessore alla Cultura del Comune di Villasor che segue sempre attentamente i nostri lavori». Con il pubblico il discorso è del tutto diverso: come, perché? «Se avesse dovuto decidere il pubblico, la nostra storia sarebbe stata molto più bella», illustra Maura. «Con gli spettatori il rapporto è sempre stato più che buono, aggiungerei che migliora con il passare del tempo. Per quanto mi riguarda, il pubblico è il canale che mi permette di esprimere tutta la mia energia interiore, mi crea l’emozione giusta e mi sostiene nel comunicarla alla gente».
Maura Grussu possiede oggi un repertorio tanto vasto e consolidato che nelle azioni teatrali come quelle dell’altra sera al Ghetto le regala il dono di poter cambiare ruolo all’improvviso senza risentirne minimamente nell’efficacia dell’interpretazione. Ha una preferenza, tra le parti interpretate? «Se preferenza c’è, almeno dal punto di vista della mia suggestione, il personaggio che più mi dà energia è Juanna, la ragazza del bandito ucciso in ‘Carenas’. Il motivo? Per l’amore profondo che dedica al suo fidanzato anche dopo la morte e per il modo coraggioso con cui contrasta la versione uffciale delle forze dell’ordine. Una specie di Antigone sarda». E il personaggio di Eleonora d’Arborea? «Bellissimo. Nonostante lei sia vissuta molti secoli fa io lo sento attuale, Eleonora è una Cassandra moderna. A un certo punto si ammala ma la malattia, lungi dal deprimerla, le dona una dimensione privilegiata. Che le importa di questo suo status se la proietta in una dimensione straordinaria?».
Le chiedono dei primi ruoli interpretati quand’era poco più che bambina. E lei non si nega: «Oggi li vedo - ricorda con un sorriso - come altrettanti laboratori per sperimentare diversi stati d’animo. Mi hanno aiutato a tirar fuori la parte istintiva più genuina di me stessa». Un ultimo pensiero Maura Grussu lo dedica alla Madonna, ruolo interpretato felicemente più volte nelle sacre rappresentazioni. «La figura drammatica di Maria di Nazareth mi ha insegnato due cose fondamentali. La prima: come dare vita alla sofferenza, calarsi nel dolore indicibile della madre di un uomo ucciso, tragedia che lo scultore Francesco Ciusa ha ricreato con mani magiche. La seconda è più tecnica: come gestire il pianto, una conquista difficile perché in mezzo vibra un’emozione delle più intense e occorre saperla controllare anche grazie a un sapere fisico».